Salah Abdeslam è introvabile: ma ecco le foto delle prime ore della sua fuga
Il mistero sulla fuga di Salah Abdeslam, il terrorista che ha insanguinato Parigi il 13 novembre scorso e che poi è incredibilmente passato incolume ai controlli, sfuggendo alle maglie di polizia e servizi di mezzo mondo che lo stanno ancora cercando, si infittisce di ora in ora. Una beffa che suona come l’inquietante conferma di una rete terroristica capace di proteggere uno dei killer più ricercati del momento e di mettere sotto scacco servizi e forze dell’ordine intercontinentali. Intanto, mentre miliziani jihadisti e 007 francesi provano a ricostruire il possibile percorso del fuggitivo, compaiono – misteriosamente – le prime foto della fuga dell’introvabile Salah Abdeslam.
Le foto della fuga di Salah Abdeslam
Ancora fotogrammi che, però, non arrivano a comporre neppure un tassello dell’intricato puzzle della fuga del sanguinario Salah Abdeslam, unico membro del commando degli attentati del 13 novembre a Parigi di cui si sono perse le tracce. Nelle immagini della videosorveglianza, svelate in queste ore da BFM-TV, si vede però il terrorista in un’area di servizio vicino al confine col Belgio poche ore dopo la strage. Sono le 9.45 del mattino: Salah sembra disteso, tiene con disinvoltura le mani in tasca. Dodici ore prima partecipava ai terribili attentati che hanno causato la morte di 130 persone tra i locali di Parigi e lo Stade de France a Saint-Denis. Al suo fianco, i due amici che da Bruxelles sono andati a prenderlo nella notte nella capitale francese per riportarlo poi in Belgio, Mohammed Amri, ritratto mentre fa il pieno alla Golf, e Hamza Attou, 21 anni. Secondo l’avvocato di uno dei complici i tre avevano appena fumato uno spinello. Solo dodici ore prima
Il mistero dell’irreperibilità
E se sconvolge l’apparente tranquillità – sostanze stupefacenti o meno – ostentata da un efferato assassino che solo poche ore prima trucidava a sangue freddo gente inerme, lascia altrettanto sconcertati ripensare a posteriori che, nelle prime ore successive al massacro, e durante il viaggio Parigi-Bruxelles, la polizia ha anche fermato per ben tre volte il fuggitivo e i suoi complici, lasciandoli però sempre liberi di andare. Permettendogli di arrivare quasi indisturbati in quella stazione di servizio dove sono stati immortalati sia Abdeslam che i suoi compari, e dove il terrorista e i complici che ne hanno garantito la fuga e la salvezza, sono rimasti per circa dodici minuti, tranquilli, a volto scoperto e con le mani in tasca. Certo in quel momento il nome di Salah non era ancora legato ai massacri appena perpetrati nella capitale francese, ma pensare che mentre il sangue dei cittadini d’oltralpe ancora scorreva per le strade di Parigi la Golf che aveva portato in salvo Abdeslam riprendeva il cammino verso Bruxelles dopo aver depositato il terrorista nel comune di Laeken, alle porte della capitale, aumenta davvero la portata dell’orrore di tutta questa vicenda. Da quel momento in poi di Salah Abdeslam si sarebbero perse le tracce. Come noto, invece, gli altri due esponenti del commando, Amry e Hattou sarebbero stati arrestati poche ore dopo a Molenbeek.