Renzi ora vuole mediare. La folla del Circo Massimo ha fatto breccia
Inutile negarlo: al di là dei numeri (300mila secondo i detrattori, 2 milioni secondo gli organizzatori) il Family day ha impensierito il premier Renzi e il governo tutto. Quello striscione “Renzi ci ricorderemo” suona come una con concreta minaccia. Una parte d’Italia (consistente e visibile) che si aggiunge a quella scontenta dei provvedimenti su lavoro e riforme di un premier mai eletto. E allora? Allora Renzi dice ai suoi più stretti collaboratori: “Il nostro compito è cercare un punto d’incontro”. Anche dentro il Pd (tra i dem era presente solo Giuseppe Fioroni).
Il testo non è più inemendabile, allora. La folla del Circo Massimo ha fatto breccia e l’idea di modifiche per rendere il provvedimento più consono al comune sentire comincia a farsi strada e viene confermata dal capogruppo Pd al Senato, Luigi Zanda, in un’intervista a Repubblica: “Siamo aperti alle modifiche purché non stravolgano il testo e solo se migliorative”, “se la piazza chiede di lavorare per migliorare la legge è un imperativo che dobbiamo seguire. Ma se invece la si vuole archiviare o buttarla nel cestino questo non è possibile, verremmo meno al nostro giuramento laico di parlamentari”. Per Zanda “il Parlamento ha il dovere di ascoltare tutte le opinioni e la voce dei movimenti. Ormai da molti anni il tema delle unioni civili è all’attenzione dell’opinione pubblica. Il Parlamento deve fare le leggi quando i tempi sono maturi. Siamo nel millennio dei diritti civili e quelli individuali devono essere uguali come chiedono la Consulta e la Ue”. Quanto all’adozione del figlio del partner in una coppia gay, “credo che il problema aperto sia quello della madre surrogata. Personalmente – afferma – è una pratica che non condivido e se si trovasse una soluzione per rendere più effettivo il divieto sarebbe una cosa buona”.