Rapporto Transparency: l’Italia di Renzi corrotta come Lesotho e Senegal

27 Gen 2016 13:02 - di Paolo Lami

L’Italia di Matteo Renzi? Corrotta come Lesotho, Senegal e Montenegro. E’ una bocciatura senza appello quella dell’annuale Rapporto sulla corruzione della pubblica amministrazione pubblicato da Transparency International, l’Organizzazione internazionale che studia il livello di corruzione in tutti i Paesi del mondo stilando una speciale classifica. Con uno score di soli 44 punti su 100, l’Italia si trova al 61mo posto al mondo alla pari, appunto, di Lesotho, Senegal, Sudafrica e Montenegro.
Se poi si va a vedere la classifica dei Paesi della Ue redatta da Transparency, tra i 28 paesi membri solo la Bulgaria, 69ma con 41 punti, sta peggio.
Dall’altro lato della classifica di Transparency, fra i più virtuosi, non vi sono grandi sorprese e il rapporto non fa che confermare quella che è la percezione comune: il paese meno corrotto è la Danimarca, premiata con 91 punti, davanti a Finlandia (90) e Svezia (89).
Gli Stati Uniti si piazzano, invece, al sedicesimo posto mentre i paesi più corrotti in assoluto sono Somalia e Corea del Nord, al pari con soli 8 punti.
Nel rapporto dello scorso anno l’Italia era 69ma con 43 punti.
Nella ricerca di Transparency si tiene conto di quel parametro che viene definito come la “corruzione percepita” nella Pubblica Amministrazione.
Sensibile il miglioramento della Grecia, che lo scorso anno era alla pari con l’Italia e nel 2015 si è classificata al 58mo posto con 47 punti.
In una classifica dominata nei primi tre posti da paesi scandinavi – davanti a Nuova Zelanda, Olanda e Norvegia – la Germania è decima con 81 punti alla pari con Lussemburgo e Regno Unito.
Il Belgio è 15mo con 77 punti davanti ad Austria e Stati Uniti mentre la Francia è 23ma con 70 punti.
La classifica di Transparency International quest’anno elenca 168 paesi.
«Mentre un pugno di paesi in Europa e Asia centrale ha migliorato il suo risultato, il quadro generale della regione è quello della stagnazione», afferma Anne Koch, direttore d’area di Transparency International, aggiungendo che «è molto preoccupante il marcato deterioramento in paesi come Ungheria, Macedonia, Spagna e Turchia dove vediamo che la corruzione cresce mentre si riduce lo spazio per la società civile e la democrazia».
«La corruzione non sarà combattuta finché non si applicano le leggi e stampa e società civili non sono davvero libere», aggiunge Koch.
Nella nota di presentazione del rapporto, Transparency osserva che «il fatto che un paese abbia un settore pubblico pulito non significa che non abbia corruzione altrove» e si sottolinea l’esempio della Svezia, terza nella classifica, dove però «la compagnia finnico-svedese TeliaSonera, in mano allo stato svedese per il 37 per cento, sta affrontando l’accusa di aver pagato milioni di dollari di tangenti per fare affari in Uzbekistan, paese al 153mo posto nella classifica».

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