Quarto, Rosa Capuozzo si dimette. E inguaia (ancora di più) il direttorio M5s
Le ha descritte come «un gesto di responsabilità per Quarto», ma le dimissioni da sindaco di Rosa Capuozzo suonano soprattutto come un nuovo atto d’accusa nei confronti del “direttorio” del M5s. E come tali rimbalzano nel dibattito, dove tutto il Pd va all’attacco del vertice grillino in parlamento, Roberto Fico in testa.
Le dimissioni di Rosa Capuozzo
«Questa è una sconfitta politica, ma anche una vittoria della camorra», ha commentato Rosa Capuozzo, in una conferenza stampa in cui ha spiegato che «vado via perché mancano i numeri necessari per governare», ma ha anche detto chiaramente di essersi sentita «abbandonata dal M5s», lei e «tutti i cittadini di Quarto». «Non è semplice quello che stiamo affrontando in questo territorio, con il movimento accanto sarebbe stato più facile», ha aggiunto Capuozzo, sottolineando invece che proprio dal movimento, o meglio dai suoi vertici, sono venute le spallate peggiori: «Sono stata accusata di omessa denuncia non dalla magistratura, ma dal direttorio del Movimento 5 Stelle». «Fico – ha aggiunto la Capuozzo – il 9 gennaio mi ha telefonato per dirmi che dovevo dimettermi. Il 10 voleva venire al flash mob e starmi accanto se mi fossi dimessa. Dal giorno successivo tutti sono spariti». Ma l’atto di accusa dell’ormai ex sindaco non si è fermato a questo. La Capuozzo ha anzi voluto aggiungere che «è chiaro che io faccio scelte di principio e non di convenienza, quella di convenienza è stata fatta dal movimento che ora, alla luce delle mie dimissioni, si deve assumere la mia stessa responsabilità».
Un atto d’accusa contro il direttorio del M5s
Le affermazioni dell’ex sindaco di Quarto hanno dato nuova energia al fuoco incrociato del Pd nei confronti del direttorio e in particolare dei campani Roberto Fico e Luigi Di Maio, che, dicono ormai un po’ tutti i democratici, «sapevano ciò che stava succedendo e fino all’intervento della magistratura hanno cercato di nascondere le infiltrazioni della criminalità organizzata che erano lampanti». In particolare, ora si chiede a gran voce l’audizione di Fico in commissione antimafia. «Le dimissioni e le affermazioni di Rosa Capuozzo la rendono ancora più urgente e opportuna», ha sostenuto Laura Garavini, dell’ufficio di presidenza del Pd alla Camera, aggiungendo che «i 5 Stelle giocano a essere i più puri, ma in realtà hanno lasciato da sola chi contesta le infiltrazioni camorristiche». Per il senatore Stefano Esposito, poi, a sua volta membro della commissione Antimafia, «a Quarto il M5S ha incontrato la camorra e invece di combatterla hanno girato la testa dall’altra parte e sono scappati».
I grillini rilanciano sugli scandali che travolgono i Boschi
Ma, al di là della gravità del caso, è piuttosto evidente che il Pd ha un interesse specifico nell’alzare i toni della polemica: deviare l’attenzione dal brutto “affaire banche” che lo coinvolge e che continua ad arricchirsi di nuovi, inquietanti particolari. «Il ministro Maria Elena Boschi deve rassegnare le dimissioni, perché una pesantissima e insopportabile ombra politica aleggia sulla sua famiglia e anche su tutte le false riforme che hanno distrutto la Costituzione», ha scritto in una nota il capogruppo M5S Senato Mario Giarrusso, facendo riferimento alla pubblicazione su Panorama «delle notizie che nel 2007 Pierluigi Boschi portò a termine un grosso affare immobiliare insieme a un socio calabrese, Francesco Saporito, che secondo la Dda di Firenze era legato alla ‘ndrangheta crotonese». Se ne ricava l’impressione, insomma, che tra M5s e Pd stia andando in scena un intollerabile gioco delle parti, in cui ciascuno pensa più a nascondere, urlando, le proprie magagne che ad affrontare questioni gravissime che attraversano la politica e il Paese.
L’Antimafia trasmette l’audizione della Capuozzo alla Procura
Intanto, dalla commissione Antimafia arriva anche la notizia della decisione della presidente Rosy Bindi di trasmettere alla Procura di Napoli gli atti dell’audizione di martedì della Capuozzo, perché «dalla ricostruzione complessiva dei fatti fornita dal sindaco e alla luce della documentazione giudiziaria acquisita dalla Commissione è emersa la necessità di segnalare alla Procura alcuni aspetti da approfondire, sui quali anche la Commissione si riserva di svolgere ulteriori analisi».