Portogallo, “Marcelo” il conservatore favorito alle presidenziali di domenica
Un mese dopo il ribaltone che ha portato al governo il socialista Antonio Costa, appoggiato dalla sinistra radicale, al posto del vincitore delle elezioni, il conservatore Pedro Passos Coelho, il Portogallo ora si avvia verso un riequilibrio dei vertici delle istituzioni con la probabile elezione a capo dello Stato di Marcelo Rebelo de Sousa, 66 anni. L’ex-leader del centrodestra, ex-giornalista, professore universitario, molto popolare commentatore politico televisivo, è dato per vincente da tutti i sondaggi. Potrebbe farcela fin dal primo turno domenica, superando la sbarra del 50%. Gli ultimi sondaggi usciti poche ore fa su Publico e Jornal de Noticias lo danno sul 51-52% contro il 17-22% al più votato dei suoi nove concorrenti, Antonio Sampaio da Novoa, universitario di area socialista, e il 8-10% all’ex-ministro Ps Maria de Belem. La probabile goleada elettorale di “Marcelo”, come molti lo chiamano familiarmente, sembra dovuta non solo alla sua forte popolarità televisiva in tutto il Paese, ma anche alla volontà degli elettori di dare un contrappeso allo strano governo di Antonio Costa. Battuto nelle urne da Passos Coelho, e vicino ad una rivolta interna nel Ps, il leader socialista aveva rovesciato tutti i pronostici con un accordo con i neo-trotzkysti del Bloco de Esquerda di Caterina Martins, vicini a Podemos, e i comunisti verdi di Jeronimo da Sousa, separati dai socialisti da un odio storico dalla Rivoluzione dei Garofani del 1974.
Marcelo de Sousa dovrà però coabitare col socialista Costa
Un patto raggiunto in nome del “tutti contro Passos” che ha consentito l’investitura di un governo socialista minoritario con l’appoggio esterno della sinistra radicale. Un accordo che oggi ispira il leader socialista spagnolo Pedro Sanchez, che tenta di costituire in nome del “tutti contro Mariano Rajoy” (il premier conservatore uscente) un governo con Podemos e con i nazionalisti baschi. Le differenze di politica economica soprattutto fra Costa e i suoi due partner rendono però molto incerta la tenuta dell’esecutivo di Lisbona, sottoposto alle esigenze di disciplina di bilancio Ue. Il capo dello Stato uscente, il conservatore Anibal Cavaco Silva, non aveva potuto rinviare il Paese alle urne a causa della tregua elettorale per le presidenziali di gennaio. Marcelo – che ha ottenuto l’appoggio anche di José Mourinho – avrà invece le mani libere. I poteri del capo dello Stato in Portogallo, in un sistema semi-presidenziale, non sono solo protocollari. È il comandante supremo delle forze armate e ha il potere di dichiara la guerra, ma anche di sciogliere il Parlamento e mandare a casa il governo: una “arma atomica” per il costituzionalista Jorge Miranda. Il “Professore” quindi potrà convocare elezioni anticipate se riterrà a rischio la tenuta e la credibilità internazionale del governo Costa. La sinistra lo ha attaccato su questa ipotesi accusandolo di essere un sottomarino del centrodestra con il mandato di affondare Costa. Lui però si è difeso ricordando che un presidente «è un arbitro, e l’arbitro non va in rete, e non segna i gol», per rimanere n ella metafora calcistica.