Napoli, tessere di Forza Italia vendute nelle sale Bingo: senatore nei guai

15 Gen 2016 15:52 - di Marzio Dalla Casta

Un’ordinanza di custodia agli arresti domiciliari con richiesta di esecuzione del provvedimento è stata trasmessa al Parlamento nei confronti del senatore Domenico De Siano, coordinatore regionale di Forza Italia in Campania. Nell’ambito della stessa inchiesta è stato iscritto nel registro degli indagati anche il deputato Luigi Cesaro, ex-presidente della provincia di Napoli. I fatti attenzionati dalla magistratura inquirente riguardano gli appalti per la raccolta dei rifiuti a Ischia – isola in cui De Siano risiede – e in altri comuni del Napoletano e risalgono al 2010.

Nel mirino appalti per i rifiuti. Chiesto l’arresto De Siano

Dagli atti allegati all’indagine è emerso che in occasione del congresso provinciale di Napoli del 2012, tessere di Forza Italia furono acquistate al prezzo di 10 euro ciascuna per accumulare peso politico nel partito e indicare i nomi dei candidati da inserire nel listino per le elezioni politiche dell’anno successivo. Ad avvantaggiarsi di tale sistema di raccolta delle tessere sarebbe stata la componente di De Siano e di Cesaro. Le tessere venivano smerciate soprattutto nelle sale Bingo ai cui avventori, in cambio del tesseramento, veniva regalato un buono da 10 euro per partecipare al gioco.

L’esponente di Forza Italia: «Pronto a rinunciare all’immunità»

La reazione di De Siano alla notizia della richiesta d’arresto trasmessa alla Camera d’appartenenza è stata improntata a grande fermezza e sensibilità istituzionale: «Non ho ancora ricevuto gli atti e pertanto – ha spiegato – non conosco nello specifico gli addebiti. So, però, che ho sempre ispirato il mio comportamento politico e istituzionale alla massima correttezza e per questo sono sereno e confido, come sempre, nel doveroso lavoro della magistratura, inquirente e giudicante, verso cui nutro piena e assoluta fiducia». De Siano ha anche annunciato le dimissioni da coordinatore regionale dicendosi pronto a rinunciare «a qualsiasi prerogativa parlamentare per poter essere giudicato, spero nei tempi più rapidi possibili, da cittadino comune».

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