Marchini: io gramsciano, e allora? Anche la Le Pen lo apprezza

3 Gen 2016 11:18 - di Adele Sirocchi

La frase è stata scelta per scuotere la tradizionale apatia del popolo romano, che tutto si lascia scorrere addosso: sindaci buoni e cattivi, destra e sinistra, degrado e grande bellezza. “Odio chi non parteggia. Odio gli indifferenti“. E poi la firma, cioè lo slogan già collaudato da Alfio Marchini alle comunali del 2013: Io amo Roma e tu? Con la “o” di Roma a formare un rassicurante cuoricino. La campagna, visibile per la città da settimane perché campeggia sul retro dei bus dell’Atac, ruba però la frase sugli indifferenti ad Antonio Gramsci. E la cosa non è passata inosservata. Marchini non se ne fa un cruccio e confessa che si tratta di una sua idea: “Non vedo proprio – spiega – perché dobbiamo lasciare Gramsci ostaggio della Le Pen, che dice di avere i suoi libri sul comodino“.

E gli studiosi di Gramsci che dicono? Uno di loro, Guido Liguori, presidente della Internation Gramsci Society Italia, dice che è uno schifo ridurre il pensatore Gramsci a pubblicità ammiccante. Non è d’accordo Beppe Vacca, presidente della Fondazione Gramsci che interpellato da Repubblica giustifica Marchini: “Non vedo cosa ci sia di male. E’ un grande slogan, chiunque lo usi, che citi o no l’autore, è legittimo che lo faccia e che ne tragga vantaggio. A parte il fatto che è lo stesso concetto utilizzato pure da papa Francesco…”.

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