Un ladro si finge disabile, un altro ruba al funerale: se la rapina finisce in beffa
Quando la cronaca supera anche la più fervida fantasia: protagonista la Calabria, almeno nelle città di Platì e Cosenza, che hanno fatto da incolpevole sfondo a due vicende da codice penale che, sia per la peculiarità del contesto in cui si è perpetrato il crimine, che per i rimandi al limite dell’assurdo in cui hanno potuto svolgersi i fatti, sfiorano inquietantemente il paradossale: senza nulla togliere alla gravità dei reati commessi…
Si finge disabile e tenta una rapina in un bar
Il primio caso riguarda una tentata rapina in un bar di Cosenza che ha provato a mettere a segno – senza successo – il cinquantacinquenne Mario Mazzei, evaso dai domiciliari, e che per l’occasione ha pensato bene di fingersi disabile per non destare sospetti entrando nell’esercizio commerciale preso di mira per compiere il furto. L’uomo, prontamente arrestato dagli agenti della polizia di Stato, era già in stato di detenzione per il reato di rapina, e la cosa di per sé basterebbe già a conferire all’accaduto quella parte drammaticamente beffarda che la vicenda indiscutibilmente ha. Eppure l’ingegnoso ladro è riuscito ad aggiungere anche una nota di colore in più a quello che oggi appare come il racconto criminale di una rapina “sui generis” in cui l’uomo, entrato in un bar usando delle stampelle, è riuscito sì ad avvicinarsi senza destare il minimo sospetto alla barista di turno che voleva derubare, ma non abbastanza da rapinarla. Improvvisamente, infatti, fedele ai suoi propositi criminali, Mazzei ha pensato bene di disfarsi della copertura studiata a tavolino e, gettate le stampelle, ha estratto un coltello da 15 centimetri che aveva nascosto nei pantaloni della tuta. La barista, per quanto ovviamente colta di sorpresa, è riuscita però comunque a chiudersi nel gabbiotto dove è custodita la cassa, sventando fortunosamente la rapina. «La scena – ha chiarito nel corso della conferenza stampa il capo della squadra mobile di Cosenza, Giuseppe Zanfini – è stata ripresa dalle telecamere di videosorveglianza» che hanno immortalato anche come – «concluso il tentativo di rapina non andata a buon fine, Mazzei si è ripreso le stampelle ed è andato via». Dimostrando, a favore di telecamere, e dunque senza possibilità di smentita, che non solo l’uomo non è un disabile, ma forse neppure un buon attore e, meno che mai, un abile rapinatore…
Ruba un bancomat durante un funerale
Il secondo caso riguarda un “Arsenio Lupin” dal dubbio gusto che ha scelto di infierire contro la vittima designata addirittura nel corso di una celebrazione funebre. L’uomo infatti, un trentenne di Platì,nel reggino, con all’attivo anche precedenti, ha pensato bene di rubare un portafogli sottraendolo, durante un funerale in chiesa, dalla borsa di una signora seduta nel banco davanti al suo. Quindi, abbandonata “temporaneamente” l’orazione funebre, il ladro è passato ad effettuare prelievi, in un altro comune, riuscendo anche a tornare prima della fine della funzione religiosa così da riporre il portamonete nuovamente in borsa, tra gli effetti personali della vittima. I militari, intervenuti dopo che, a distanza di qualche giorno, la donna ha scoperto l’ammanco trovando nell’estratto conto prelievi che non aveva mai eseguito, hanno avviato le indagini che, nel giro di breve, hanno portato al fermo del ladro. Così sono stati acquisiti i filmati dei sistemi di videosorveglianza attivi negli sportelli, un bancomat e un postamat di Bovalino, dove erano stati effettuati i prelievi per un totale di 500 euro. Prelievi che hanno permesso di risalire all’autore del furto, beffato – come il “collega di Cosenza di cui sopra – dalle telecamere di videosorveglianza.