Integrazione? No grazie. Le musulmane snobbano il corso di lingua

20 Gen 2016 14:34 - di Redazione

«Volevo integrarle ma…». Il sindaco di Borghetto Lodigiani, un piccolo paese in provincia di Lodi, racconta dispiaciuta i tentativi, sempre falliti, di promuovere l’integrazione con le centinaia di cittadine musulmane che vivono in città.

Integrazione? No grazie

Giovanna Gargioni, sindaco leghista dal 2014, di fronte alla presenza forte di immigrati (700 iscritti all’anagrafe), ha subito diretto le sue attenzioni alle donne, all’elemento più fragile della catena nella speranza di favorire l’integrazione («sono loro infatti quelle più emarginate, che restano a casa tutto il giorno, a badare ai figli, che hanno meno possibilità di integrarsi, di farsi capire»). Quindi ha confermato il corso gratuito di lingua italiana per donne già attivato dall’amministrazione precedente, ma il progetto si è rivelati un flop, racconta il sindaco al Giornale, «su 400 donne straniere vuole sapere quante di loro frequentano il corso? Nove, solo tre le islamiche che hanno aderito, eppure sono proprio loro le più difficili, quelle più isolate. Le altre iscritte sono russe, un paio rumene, altre tre albanesi. Insomma, un vero e proprio flop».

Il flop del corso di lingua italiana

Eppure l’iniziativa aveva tutte le carte in regola per essere un successo. Il corso gratuito in tutto e per tutto, libri di testo compresi, le insegnanti – racconta il sindaco di Borghetto Lodigiano – «avevano dato la loro massima disponibilità, addirittura per evitare problemi con orari avevamo scelto di evitare il sabato, e di farlo in settimana. Spesso molte di loro hanno famiglie numerose da gestire, bambini piccoli, volevamo agevolarle in ogni aspetto pratico, anche l’orario era in prospettiva di un coinvolgimento più conciliante con la famiglia. Avevamo così optato per le due del pomeriggio, un impegno di un’ora, una volta alla settimana». Nelle intenzioni dell’amministratrice leghista il corso doveva rappresentare  un’opportunità per conoscere l’Italia, la sua cultura, la sua lingua. «Un antidoto all’isolamento culturale a cui spesso vengono sottoposte, un modo per entrare in contatto con altre donne, straniere e italiane, l’accesso ad un mondo che troppo spesso resta fuori portata. Mi spiace molto…». La scarsissima affluenza è la prova più evidente che in molti casi l’emarginazione è cercata, voluta, quasi difesa, da una realtà di migranti che non ha interesse a integrarsi, anche quando ci sono le opportunità.

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