Imbarazzo per il ministro NCD della famiglia: “Serve un compromesso”
Nel suo primo giorno da ministro (degli Affari regionali) con delega alla Famiglia, Enrico Costa – deputato del partito di Alfano, fino all’altro ieri viceministro alla Giustizia, figlio di un ex ministro che fu, nel ’92-’93, titolare proprio dello stesso dicastero – ha visto svolgersi nientemeno che un Family Day, affollato di manifestanti anti-testo Cirinnà sulle unioni civili, tra cui anche alcuni suoi compagni di partito di Ncd. Lui no, non è andato: «Ho ritenuto di non partecipare, pur rispettando molto la passione civile che ha animato la manifestazione». Però, ministro, ha incontrato in mattinata uno degli organizzatori, Massimo Gandolfini, insieme ad Alfano: perché? «Sono il ministro di tutti. Da liberale credo che il confronto, l’ascolto e la riflessione siano fondamentali per chi riveste questo ruolo. L’errore sarebbe stato non incontrarlo».
“Abbiamo ascoltato con interesse le istanze degli organizzatori del family day”
«Gandolfini ci ha fatto un quadro delle ragioni della manifestazione. Abbiamo ascoltato con interesse. E’ molto significativo che tanti italiani percorrano chilometri e chilometri per raggiungere Roma per esprimere le loro convinzioni con passione». E avete preso qualche impegno? «Avremo a breve un altro incontro, per approfondire ulteriormente i temi che ha sollevato». Sarebbe pronto a incontrare anche gli organizzatori delle piazze arcobaleno? «E’ importante – spiega al Secolo XIX – incontrare tutti coloro i quali hanno una passione civile e una proposta da fare, senza avere mai l’arroganza di proporre una soluzione prima di ascoltare». Quale peso avrà questo Family Day nelle scelte che farete in Parlamento? aE’ evidente che si è trattato della forte rappresentazione di un sentire comune a un pezzo della società, così come in altre circostanze sono stati rappresentati sentimenti diversi. Conoscere le tesi che emergono dalle piazze è importante, ma le leggi si fanno in Parlamento».
Costa: «Auspico una soluzione equilibrata. No a provocazioni, no a posizioni di retroguardia».
Ma il testo Cirinnà va bene o no? «C’è un dibattito in corso, il Parlamento ci sta lavorando e troverà la soluzione. Auspico una maggioranza più ampia possibile e non casuale. Lo dico a prescindere dal tema, pensando alla mia esperienza parlamentare: è con un’ampia condivisione che si fanno riforme lungimiranti e durature». Come affronterà la sua delega alla famiglia? «Se si chiedesse a una giovane coppia quali siano le sue esigenze, probabilmente il dibattito sui giornali sarebbe diverso da quello che vediamo: parleremmo di asili nido, di conciliazione lavoro-famiglia, di doposcuola, di scuolabus…». Anziché parlare di unioni civili? Non le sembrano una priorità? «A me lo chiede? Presentai una proposta di legge per istituire un registro delle unioni civili quando facevo il consigliere regionale in Piemonte, tra 2000 e 2006 ! Da politico di centrodestra presi in contropiede anche il centrosinistra: il mio testo prevedeva di regolare l’unione tra soggetti legati da vincoli affettivi, di assistenza o di solidarietà. Da parte mia non c’è alcun pregiudizio nei confronti del tema delle unioni civili». Cosa ne pensa della stepchild adoption? «Penso sia utile partire dai temi che vedono tutti d’accordo per avere un’ampia maggioranza sul provvedimento».