Google, 227 milioni di tasse non pagate: la Gdf chiede la riscossione

28 Gen 2016 13:15 - di Eleonora Guerra
google tasse

Un processo verbale di accertamento per la riscossione di circa 227 milioni di euro è stato notificato dalla Guardia di Finanza di Milano a Google. A quella cifra ammonterebbe, infatti, l’evasione fiscale consumata dal colosso del web tra il 2009 e il 2013.

L’inchiesta penale per «dichiarazione fraudolenta»

Il provvedimento amministrativo, scattato dopo una verifica fiscale sulla Google Ireland Ltd, si affianca all’inchiesta penale per «dichiarazione fraudolenta», coordinata dalla procura di Milano e basata proprio sul fatto che Google sarebbe riuscita a evadere centinaia di milioni di euro di tasse, facendo risultare come sede fiscale l’Irlanda e non l’Italia. Da quella inchiesta è scaturita una lunga trattativa tra fisco italiano e il gruppo di Mountain View, che ora sembra essere giunta a un punto di svolta con la notifica della Guardia di Finanza.

La difesa di Google e l’azione della Commissione Ue

«Google rispetta le normative fiscali in tutti i Paesi in cui opera. Continuiamo a lavorare con le autorità competenti», è stato il commento di un portavoce di Google sulla vicenda. Ma il caso, che si aggiunge a quello di Apple chiuso a dicembre e ai fascicoli ancora aperti a Milano su Amazon e Western Digital, riaccende i riflettori sul tema dell’evasione o elusione fiscale dei grandi gruppi multinazionali in Europa. Una questione che finalmente finisce nel mirino della Commissione Europea, che sta preparando un pacchetto di misure per rendere omogenee le normative degli Stati membri ed evitare, quindi, che le multinazionali possano giocare sulle differenze per pagare meno tasse. «Ogni anno si perdono miliardi di euro in evasione, denaro che potrebbe essere utilizzato per i servizi pubblici come scuole e ospedali», ha sottolineato il commissario Ue agli Affari Economici, Pierre Moscovici, aggiungendo che «le aziende oneste, come risultato finiscono col pagare più tasse. È inaccettabile e stiamo agendo per cambiare».

 

 

 

 

 

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