Family Day, da Gasparri ad Alemanno, passando per Storace: ecco chi c’era

30 Gen 2016 17:21 - di Viola Longo
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In piazza con i due milioni del Circo Massimo per ribadire l’impegno contro il ddl Cirinnà, a difesa della famiglia e dei bambini. Sono stati moltissimi gli esponenti del centrodestra che, in delegazioni di partito o come singoli, hanno deciso di partecipare al Family Day. Una scelta che è stata condivisa anche da alcuni esponenti del Ncd e di Area popolare, da Maurizio Lupi al ministro Gian Luca Galletti, ai quali però qualcuno ha fatto notare la contraddizione: «O si sta con il popolo del Circo Massimo o si sta con il governo! #tertiumnondatur», ha scritto su twitter il senatore ex alfaniano, Gaetano Quagliariello.

 Gasparri: «Il partito è qui. E Berlusconi è d’accordo»

«Noi diciamo no al testo Cirinnà. Sì alla regolamentazione delle unioni civili, ma no alla equiparazione con il matrimonio e alle adozioni», ha ribadito Maurizio Gasparri, fra i primi ad arrivare al Circo Massimo, dove per Forza Italia c’erano anche, tra gli altri, Altero Matteoli, Renato Brunetta, Antonio Tajani e Giovanni Toti, il quale ha voluto in piazza anche il gonfalone della Regione Liguria. «Il partito è qui», ha quindi sottolineato Gasparri, ricordando che «il 90% di Forza Italia sta con noi» e che anche «Berlusconi è d’accordo». Tra gli ex azzurri dei Conservatori e Riformisti è stata invece fatta la scelta della libertà di coscienza, come ricordato dal deputato Nuccio Altieri, che ha sostenuto che «proprio per coscienza siamo qui», facendo riferimento alla delegazione presente al Circo Massimo.

FdI non solo a Roma: a Milano banchetti per il Family Day

Folta la delegazione di Fratelli d’Italia, che ha partecipato con eletti e militanti, guidati da Giorgia Meloni. «Questa manifestazione non è assolutamente fatta contro qualcuno, se non contro il ddl Cirinnà. Il vero obiettivo di quella legge sono le adozioni per le coppie omosessuali», ha sottolineato Meloni, annunciando a sorpresa di essere incinta. Il partito, inoltre, a Milano, dove sono stati allestiti diversi gazebo a sostegno del Family Day, ha lanciato una sfida ai candidati a sindaco: «A prescindere dallo schieramento politico,  sottoscrivano un impegno affinché negli atti pubblici del Comune si usino le parole “madre e padre” e non “genitore 1 e genitore 2″».

Alemanno: «Dal Circo Massimo un game over per Renzi»

È stato poi Gianni Alemanno, alla guida dei militanti di Azione nazionale, a sottolineare che «il messaggio che esce dalla piazza stracolma è un game over per Matteo Renzi. Un governo che ha fallito su tutta la linea, anteponendo l’aspetto mediatico di annunci prontamente disattesi, e ora, con la volontà di entrare a gamba tesa nella vita sociale del nostro Paese, introducendo una legge incostituzionale come il ddl Cirinnà». «Siamo scesi in piazza con le oltre venti associazioni vicine ad Azione nazionale – ha aggiunto Alemanno – per tutelare il diritto di tutti bambini ad avere un papà e una mamma e per far sentire la voce vera dell’Italia, al di là del bluff mediatico messo in scena dal cerchio magico del premier Renzi».

Anche la Lega «con la maggioranza degli italiani»

Per la Lega, rappresentata fra gli altri dal governatore della Lombardia Roberto Maroni, che ha portato il gonfalone della Regione, è stato il senatore Sergio Divina a ricordare che «non esiste, e non sta scritto da nessuna parte, che c’è il diritto ad avere figli». È stato poi Roberto Cota a sottolineare che «la maggioranza della popolazione è contraria alle adozioni gay» e che «l’unico diritto che deve essere tutelato è quello dei bambini ad avere una mamma e un papà e non un genitore uno ed un genitore due». Presenti in piazza anche esponenti di “Noi con Salvini”, fra i quali Barbara Saltamartini ha spiegato che «siamo qui per riportare al centro del dibattito il valore fondante della nostra società: la famiglia».

Per partecipare, Storace fa slittare la sua convention romana

In «segno di rispetto con il Family Day» e per consentire ai propri militanti di prendervi parte, Francesco Storace ha fatto slittare di un giorno la convention de La Destra in vista delle comunali di Roma. «La manifestazione di oggi è troppo importante per non aderire. Non si sfila per impedire di amarsi, ma per donare amore ai nostri figli», ha spiegato l’ex governatore del Lazio.

CasaPound in piazza con i tricolori

In piazza senza bandiere del movimento, ma scegliendo di portare solo il tricolore, è scesa poi CasaPound, con lo striscione «Madre, padre, figlio, famiglia, popolo, nazione, identità, libertà». «Sto andando al Family Day per dire un chiaro no alle adozioni per le coppie omosessuali», ha scritto su facebook il vicepresidente del movimento, Simone Di Stefano, spiegando che «quello che vedo in altre nazioni, gli uteri in affitto, le banche del seme, i cataloghi dove scegliere (comprare) un bambino biondo, moro, incline all’arte o alla economia, mi fa letteralmente vomitare».

 

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