Caccia, chiusura di stagione nel segno della tragedia: 16 morti e 67 feriti

30 Gen 2016 18:29 - di Redazione

Caccia che purtroppo muta in tragedia. La stagione venatoria si chiude domenica con un dato certo benché provvisorio – il numero delle vittime, 16 finora – e un’incognita per il futuro: l’intervento politico sul Corpo forestale e le Polizie provinciali. Fatto che rischia di spianare la strada ai bracconieri. Caccia carica di vittime. Per l’Associazione vittime della caccia il bilancio “umano” parziale è davvero drammatico: 16 morti e 67 feriti, di cui 15 feriti non cacciatori (3 minorenni), per armi da caccia in ambito venatorio. Ben più alto, ovviamente, il bilancio “illegale” nel mondo animale. Caccia di bracconaggio, contro i piccoli uccelli migratori. Caccia assurda, svelata dalle trappole e dai richiami acustici sequestrati un po’ ovunque in Italia e in particolare ad Ischia, costa di Napoli e Salerno. Tra le vittime c’è però anche il lupo, su cui i bracconieri negli ultimi 3 anni si sono accaniti. Trappole, lacci, bocconi avvelenati e impatti mortali con le auto sono stati letali per il 20% dei lupi nostrani, pari a diverse decine, con 11 esemplari colpiti solo nel grossetano. Situazione che sembra destinata a peggiorare a seguito della dismissione delle polizie provinciali voluta dal governo Renzi che comporterà l’azzeramento della vigilanza e repressione dei reati in ambito venatorio, per la gioia dei bracconieri. Caccia ai responsabili. E qui, gli ambientalisti non hanno dubbi: “La scelta di sopprimere la Forestale come forza di polizia autonoma e la soppressione delle Province, che di fatto ha cancellato la Polizia provinciale, hanno generato una situazione di quasi totale impossibilità di effettuare controlli in campo venatorio, ormai limitati alle guardie volontarie. Una situazione molto preoccupante che il governo ha generato e sta colpevolmente sottovalutando”. È così che tutte insieme le associazioni chiedono il mantenimento delle funzioni di tutela della fauna svolte finora dalla Forestale, insieme all’adeguamento dell’Italia alle regole Ue in materia, alla discussione in Parlamento della legge quadro per la tutela della biodiversità, di cui si parla dal 2010, e alla rapida approvazione del disegno di legge per la tutela penale della fauna selvatica. Con l’introduzione del “Delitto di uccisione di specie protetta”.

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