Borse mondiali, venerdì nero: bruciati oltre 830 miliardi
Venerdì nero per le Borse globali. La caduta dei titoli è costata alle Borse oltre 830 miliardi di euro di capitalizzazione. Questo il risultato che emerge alla luce delle perdite registrate nelle principali piazze del mondo: dagli indici Msci Asia Pacifico al Micex di Mosca, dal Stoxx 600 in Europa all’S&P 500 di Wall Street. Le Borse europee hanno bruciato in un sol colpo 260 miliardi di capitalizzazione. L’indice Stoxx 600 ha perso il 2,82%, scivolando sui minimi di un anno fa in scia ai timori legati alla crescita globale e soprattutto al tonfo del petrolio a New York, piombato nuovamente sotto la soglia dei 30 dollari al barile. Forte calo anche a Wall Street. L’indice Vix, che misura la volatilità ed è considerato il termometro della paura sui mercati, sale ai massimi degli ultimi cinque mesi. «Potrebbero esserci un calo di un altro 10% sui mercati” afferma Larry Fink, il numero uno di BlackRock, in un’intervista alla Cnbc, sottolineando che sul mercato del petrolio c’è un problema sovrapproduzione». Per quanto riguarda il petrolio, c’è da registrare che il prezzo del greggio procede in calo a New York, dove le quotazioni perdono il 5,67% a 29,43 dollari al barile.
Le tensioni sulle Borse stanno avendo ripercussioni anche sulla politica della Federal Reserve. La possibilità di un nuovo aumento dei tassi di interesse da parte della Fed infatti si allontana, con gli analisti che scommettono che la prossima stretta sarà in settembre. Le attese per un rialzo in marzo sono scese al 31%, in deciso calo rispetto al 41% di giovedì e al 55% di un mese fa. I future sui Fed Fund indicano il 50% di possibilità di un aumento a settembre. La Fed intende procedere con un aumento dei tassi di interesse graduale, con i dati che determineranno le mosse della Fed. Il dato sulle vendite al dettaglio in dicembre, secondo gli analisti, indica un pil debole nel quarto trimestre.