Autovelox selvaggio, è ora di dire basta. Il governo non ha più scuse

28 Gen 2016 14:16 - di Tito Flavi

L’autovelox selvaggio è una forma di estorsione ai danni dei cittadini. Vi fanno ricorso tanti Comuni al solo scopo di fare cassa. Anche agli automobilisti più accorti può capitare di vedersi recapitare a casa verbali, anche salati, per eccesso di velocità senza capire perché. Il motivo è che, durante un viaggio, hanno percorso, senza accorgersene, un tratto di strada di competenza comunale. In quei casi il limite di velocità si riduce, con l’autovelox regolarmente in agguato. Sulla via Aurelia, alle porte di Roma, capita ad esempio che il limite di velocità sia per qualche centinaio di metri ridotto a 40 km orari (addirittura al di sotto del limite per la circolazione urbana). La multa è inevitabile. Il Comune responsabile è quello di Fiumicino. Sapete chi è il sindaco? Esterino Montino, potente del Pd laziale nonché marito della Cirinnà, diventata oggi famosa per l’omonimo ddl.

Quella dell’autovelox selvaggio è una storia che si ripete da troppo tempo. E a nulla sono valse le denunce di cittadini e associazioni. Ora sembra però che qualcosa si muova. Basta con l’atuovelox per fare cassa: lo prevedono le mozioni approvate dall’Aula della Camera sulle iniziative relative al corretto utilizzo dei dispositivi di rilevazione automatica della velocità ed alla destinazione dei proventi delle relative multe. L’Assemblea ha approvato tutti gli atti di indirizzo tranne quella di M5S, che è stata respinta. Sulla base dei testi impegnati, il governo è impegnato, tra l’altro, «a mettere fine al più presto a l’utilizzo distorto degli strumenti per la sicurezza degli automobilisti, che viene impropriamente finalizzato ad alimentare le entrate nelle casse dei comuni, e che, paradossalmente, proprio attraverso la sottrazione di somme importanti da destinare a scopi come la manutenzione stradale, lede in primo luogo la sicurezza stradale stessa dei cittadini».

Il governo deve insomma  «adottare iniziative normative per fare rispettare da parte dei comuni quanto disposto dal codice della strada sia in merito alla relazione telematica che i comuni stessi devono inviare ogni anno ai ministeri delle Infrastrutture e dell’Interno, sia in ordine all’obbligo di destinare il 50 per cento di questi proventi delle multe alla sicurezza stradale, attraverso l’introduzione di un sistema di sanzioni, efficace ed immediatamente applicabile ai comuni che non adempiano agli obblighi previsti dalle norme in vigore». Ora il governo non ha davvero più scuse.

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