Adozioni gay, Renzi pensava fosse tutto facile. Ma Quirinale, Chiesa e…

19 Gen 2016 16:30 - di Francesca De Ambra

I senatori del Pd riuniti in conclave nel tentativo di trovare una exit strategy sul ddl Cirinnà, più noto come il disegno di legge che introduce il riconoscimento delle unioni civili e, attraverso queste, di quelle gay cui la versione attuale concede persino l’adozione di minori. Chi l’avrebbe mai detto? Fino a ieri sembrava tutto a posto, tutto tranquillo. Su quel testo e sulla sua rapida, inevitabile, approvazione Matteo Renzi aveva sfornato non una ma mille volte pubbliche e marmoree certezze. E dietro di lui si sentiva il coro di quelli che “finalmente ci allineiamo all’Europa” emergendo da decenni di incivile arretratezza indelebilmente scolpita in scialbi matrimoni eterosessuali, retaggi di antiche e di certo superate superstizioni. Quando tutto sembrava fatto e l’obiettivo appariva davvero a portata di mano, qualcosa però si è inceppato e piccoli granelli di sabbia hanno cominciato a bloccare l’ingranaggio, fino ad allora perfetto. E via via le marmoree certezze si sono rivelate pericolose illusioni. La prima delle quali si chiama Sergio Mattarella e abita al Quirinale. Facendolo eleggere, Renzi era convinto di aver piazzato lì il proprio Avatar in versione mummificata. Sbagliato: l’Avatar non era tale e quando tra le mani si è ritrovato il testo della Cirinnà ha capito che poco o niente vi poteva essere salvato: dall’equiparazione di fatto tra unioni civili (e gay) e matrimonio alla stepchild adoption, anticamera dell’utero in affitto, passando per le tutele arbitrariamente rimbalzate tra gli articoli 2 e 3 della Costituzione. Un vero disastro normativo che il giurista Mattarella ha felpatamente ma decisamente rispedito al mittente. La seconda illusione si chiama Bergoglio e ha eletto domicilio legale in Vaticano. Renzi era certo che sul Cirinnà Sua Santità fosse “distratto” da migranti, guerre e povertà. E non c’è dubbio che siano questi i temi più cari al Pontefice argentino. Ma la Chiesa, si sa, è grande e complessa e per un monsignor Galantino che si mostra tiepido sul Family day del prossimo 30 gennaio, è subito pronto a scattare un cardinal Bagnasco in versione marziale che ne assume la guida morale alla faccia di tutti i laicisti. La terza illusione si chiama Pd ed ha sede in Largo del Nazareno in condominio con Renzi. In questo caso, il leader-premier si era convinto che le turbolenze gli sarebbero arrivate solo dal lato sinistro, quello dei Bersani e della Ditta, e mai da quello opposto. E invece è proprio lì che il dissenso intorno al Cirinnà si sta accumulando in quantità industriali. Risultato della triplice illusione: il Pd è incartato, Renzi pure. E adesso, pover’uomo?

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