Terrorismo, dopo l’intervento russo fuga verso casa dei foreign fighters

15 Dic 2015 17:51 - di Paolo Lami

Dopo molte esitazioni, la Ue si arrende. E decide di mettere mano a Schengen per fronteggiare il pericolo del terrorismo. La Commissione Ue ha, infatti, proposto una modifica mirata al codice Schengen per rendere obbligatori i controlli sistematici sui cittadini Ue in entrata e in uscita alle frontiere esterne.
La modifica è stata chiesta dal Consiglio dei ministri dell’Interno nel quadro della lotta contro il terrorismo e la minaccia dei foreign fighters di ritorno dalla Siria.
«Stimiamo tra i cinque ed i settemila foreign fighter europei» presenti in Siria ed in Iraq che, «se tornano indietro è per fare attentati», avverte il direttore di Europol, Robin Wainwright,  intervenendo all’incontro organizzato dalla polizia italiana con i capi delle polizie dei Paesi balcanici sottolineando che si tratta di una «minaccia diversa e più complessa rispetto all’11 settembre».
Al Qaeda, infatti, ha spiegato, aveva delle strutture di comando mentre l’Isis è un’organizzazione molto più fluida di persone «che si muovono tra i Paesi e non è possibile monitorarle 24 ore al giorno». Una minaccia che si combatte con un «maggiore scambio di informazioni e più controlli sul finanziamento al terrorismo ed al traffico d’armi».
Con l’intervento della Russia in Siria «c’è stata la diaspora dei foreign fighter» che stanno tentando di rientrare nei Paesi d’origine», ha rivelato il capo della polizia Alessandro Pansa nel corso di un incontro con i capi delle polizie dei Paesi balcanici, facendo un’analisi sull’evoluzione dello Stato islamico.
«A gennaio – ha spiegato Pansa – il suo messaggio era la chiamata nei territori di Siria ed Iraq e non c’era alcun segnale di combattenti arrivati con i migranti».
A primavera però «è cambiata completamente valutazione con Daesh che ha modificato la strategia»: dunque non solo più terroristi homegrown che producono «le mille ferite» ma anche «attacchi più concreti» come poi si sono verificati a Parigi. Situazione che è cambiata ulteriormente quando è entrata in gioco la Russia.
Il nodo sotto osservazione ora sono i Balcani che dall’antica rotta dei contrabbandieri rischiano di diventare, secondo il Viminale, la moderna rotta dei foreign figther, del traffico di armi e di esseri umani. Tanto che si stanno rafforzando i controlli su quel versante del confine italiano: da oggi sono state rischierate e sono operative ai valichi del Brennero e di San Candido pattuglie di militari del VI Reggimento Alpini e del Reggimento Julia che vigileranno sui confini nazionali insieme a Unità Operative di Primo Intervento ed ai nuclei artificieri-antisabotaggio e tiratori scelti che sono da tempo già operativi nell’ambito del dispositivo volto a potenziare i controlli in funzione antiterrorismo, anche in Alto Adige.

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