Spagna verso il voto: per i sondaggi Rajoy in testa, cresce Ciudadanos
La stampa spagnola è unanime, a due settimane dal voto: le politiche del 20 dicembre sono le più incerte e aperte dalla morte di Francisco Franco 40 anni fa. L’ultimo sondaggio Cis pubblicato nel primo giorno di campagna ufficiale conferma che sconvolgeranno gli equilibri politici del paese disegnati dopo la fine della dittatura franchista. La Spagna passerà da un bipartitismo Pp-Psoe, da 40 anni al governo in alternanza, a un sistema a quattro, con l’ arrivo in parlamento dei due nuovi partiti anti-casta Ciudadanos e Podemos. Il 20 dicembre segnerà con ogni probabilità anche la fine delle maggioranze assolute e dei governi monocolore in Spagna. Ma i giochi sono ancora aperti. Il sondaggio rileva la grande incertezza degli elettori fra ‘vecchia’ e ‘nuova’ politica. Il 41,6% non sa ancora come voterà. “Il futuro governo è nelle mani degli indecisi” avverte El Mundo. Il sondaggio dà il primo posto al Partido Popular del premier Mariano Rajoy con il 28,6% e fra 120 e 128 seggi su 350 nel Congresso. Il Pp perderebbe però l’attuale maggioranza assoluta di 186 seggi e precipiterebbe dal 44,6% del 2011, dopo 4 anni di gestione lacrime e sangue della crisi ereditata dal socialista Josè Luis Zapatero. Al secondo posto il Cis piazza il Psoe di Pedro Sanchez, con il 20,7% e 77-89 deputati (il 28,7% e 110 seggi nel 2011), il peggiore risultato per i socialisti dalla fine del franchismo. Il Psoe rischia inoltre un ‘sorpasso’ da parte di Ciudadanos, il partito-fungo centrista e anti-casta di Albert Rivera, al 19% con 63-66 deputati. Rivera, 36 anni, è il politico più popolare di Spagna. Il suo partito, in arrestabile ascesa dalle catalane del 27 settembre, ruba voti sia a Rajoy sia a Sanchez. Un elettore su 5 è incerto se votare Pp o Psoe o invece Ciudadanos. Podemos, in calo costante di consensi da due mesi, arriva quarto con il 15,7% e 45-49 seggi.