Scuola cattolica rinuncia alla messa di Natale: scoppia la polemica a Monza
«La celebrazione natalizia della nostra scuola dice che Natale è il giorno in cui nasce Gesù Cristo. Leggiamo brani del Vangelo, come l’Annunciazione. È una funzione cristiana cattolica che si sviluppa con la lettura della Parola e canti natalizi, dato che la nostra scuola è un ente cattolico. Ripeto: presiedo una celebrazione cristiana cattolica. Non ecumenica, non interreligiosa». Lo scrive, sul sito della Diocesi di Milano, don Marco Oneta, dopo le polemiche nate per la scelta di non celebrare la messa per la ricorrenza in un istituto cattolico di Monza. Il religioso non si spiega il clamore nato dalla decisione: al posto della messa un diverso tipo di funzione. «È una decisione presa due anni fa – chiarisce il sacerdote, preside di diritto dell’Istituto in quanto parroco di San Biagio – quando nel 2013 abbiamo percepito una particolare fatica dei ragazzi nei confronti dell’eucaristia». Il 90% degli studenti, afferma, «o non è cristiano, o non è cattolico, o si dice lontano, se non addirittura ostile, dalla pratica religiosa. Le famiglie scelgono la nostra scuola per il suo riconosciuto livello di insegnamento». L’obiettivo quindi è diventato, già dal 2014, «aiutare i ragazzi a incontrare il fatto cristiano nei modi che sono più opportuni nel loro momento di vita». La messa, «che è la più alta forma di celebrazione cristiana, faticava evidentemente a coinvolgerli. Abbiamo così pensato a forme celebrative, ribadisco cristiane, più rispondenti ai ragazzi che abbiamo davanti».
Niente messa, ma gli insegnanti non gradiscono
La decisione del parroco è stata annunciata mercoledì pomeriggio dal preside, nel corso di una riunione con il corpo docenti ed è finita sulla cronaca locale del Corriere della Sera. «Ci hanno comunicato che la messa non verrà svolta, per non discriminare gli studenti di altre fedi», raccontano alcuni dei presenti. Al posto del rito liturgico, un momento di «riflessione e preghiera, con canti e proiezioni di immagini». Decisione già adottata l’anno scorso, e mal digerita da parte di alcuni insegnanti, che la vivono come «un passo indietro rispetto all’identità cattolica della scuola». Anche perché nelle altre quattro sedi dell’istituto, dislocate nella provincia brianzola, la messa si celebrerà come in passato.