Preside del Vicentino sfida i censori “buonisti”: crocifissi in tutte le aule

22 Dic 2015 15:05 - di Corrado Vitale

Finalmente un preside che non teme gli strali dei burocrati politicamente corretti e “buonisti”.  Crocifissi in tutte le aule scolastiche. Ad annunciarlo, in una circolare interna per gli auguri natalizi, il preside del liceo “Brocchi” di Bassano del Grappa (Vicenza) , Gianni Zen. La decisione arriva a poche settimane di distanza dalle polemiche sollevate dalla notizia, smentita dalla dirigenza dell’istituto, che alcuni ragazzi di fede musulmana avrebbero abbandonato l’aula durante il minuto di raccoglimento per le vittime delle stragi di Parigi. “Per sottolineare la nostra idea di scuola come casa di tutti , che ama il pensiero positivo, aperto e dialogante – scrive il , spiegando l’iniziativa – ho pensato, accogliendo diverse richieste, di affiggere, nei prossimi giorni, in tutte le aule e laboratori i crocifissi, 96 in tutto. Una scelta fatta, non solo perché le norme lo prevedono, ma prima ancora per rendere testimonianza di simboli e valori che, assieme ad altri di altre tradizioni culturali, hanno formato la nostra storia culturale e sociale”. “Mi auguro – rileva – che questa scelta non sia letta come divisiva, ma come apertura di dia-logo, base cioè di un ‘logo’ frutto della condivisione e della fraternità”. “Il presepe, che ho di recente caldeggiato, e il crocifisso – conclude il preside – vanno intesi, al di là del personale dono della fede religiosa, come simboli universali, non cioè solo confessionali. Se il Natale ci dice il valore della vita come dono, il crocifisso ci dice che il senso della vita è donarsi a tutti, per il bene di ciascuno”.

Parole lucide e serene. Il crocifisso è un simbolo universale di umanità. I missionari  e tutti coloro che sono vicini alle persone che soffrono non fanno certo dipendere la loro solidarietà dalla confessione religiosa delle persone bisognose d’aiuto. Vale anche la pena ricordare che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha escluso, in una sentenza del 2011, che l’esposizione, nelle scuole del Continente,  del simbolo cristiano per eccellenza possa essere fattore di discriminazione per gli alunni appartenenti ad altre religioni. Solo l’ottusità ideologica di alcuni burocrati e di alluni laicisti arrabbiati può spingere a considerare “pericolosa” l’espressione più alta della solidarietà umana.

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