La Le Pen ha perso? Non scherziamo. Ha vinto e vi spieghiamo perché
Marine Le Pen ha perso. Eppure ha vinto. Ha stravinto, addirittura. Perché è un bel perdere aumentare percentuali e voti reali rispetto al primo turno. Epperò ha perso. Ha perso la possibilità di guidare una o due o al massimo tre regioni. Niente. Nulla. Più che altro un problema. Sarebbe, in effetti, stato solo un problema per la Le Pen amministrare una regione. Perché si sarebbe dovuta confrontare e avrebbe dovuto immediatamente corrispondere ad attese e speranze. Perché avrebbe dovuto dare subito risposte concrete. Con un governo centrale di sinistra che le avrebbe centellinato qualunque esborso o sussidio. Perché la Francia è la Francia. È centralismo fatto Nazione. È il principio dell’autorità che si incarna nello Stato. E le regioni non contano nulla o quasi. È così e per questo che la presunta sconfitta della Le Pen non produce alcun festeggiamento tra i presunti vincitori. Così ha detto il premier Valls che aveva evocato – in una Francia ancora schoccata dagli attentati jihadisti – la guerra civile. Così ha convenuto Sarkozy che vede erodersi e di tanto il suo potenziale elettorale a beneficio delle truppe che portano l’insegna tricolore e l’effige di Giovanna d’Arco. Perciò si vedrà. Si vedrà nella campagna elettorale che parte da adesso sino alle presidenziali del 2017. Si vedrà se il partito della signora Le Pen sarà battuto dall’union sacrée di Sarkozy e Hollande. Si vedrà se la realtà lavorerà per Marine o si accomoderà sul duo appena costituito. Nel frattempo è bene segnalare due fatti: il primo è che nessun partito ai ballottaggi francesi – e crediamo anche altrove – ha mai ottenuto il dieci per cento in più dei voti validi espressi rispetto al primo turno. Il secondo è che da oggi al 2017 la congiuntura economica, l’euro e l’Europa e il terrorismo jihadista costringeranno tutti coloro che si sono coalizzati contro la Le Pen a dare risposte vere, concrete. Pena il tracollo elettorale. Nel frattempo, la signora della politica francese ha già detto chiaramente come si muoverà: «Destra e sinistra non ci sono più – ha spiegato – Da oggi in poi ci sono i Patrioti e i mondialisti. Noi stiamo con i Patrioti».