Migranti sì, ma con un bel conto corrente in banca: in Italia cifre da record
Circa 2,4 milioni di migranti dispongono di un conto corrente presso banche italiane e altri prestatori di servizi di pagamento, mentre oltre 1,2 milioni sono titolari di carte conto, ossia carte che dispongono di un codice Iban, con un incremento del 13% nell’ultimo anno e un tasso di crescita medio annuo del 20% tra il 2011 e il 2014. A rilevarlo è il Rapporto dell’Osservatorio Nazionale sull’Inclusione Finanziaria dei Migranti, gestito dal Cespi, il Centro Studi di Politica Internazionale in collaborazione con Abi e finanziato dal Ministero dell’Interno e dalla Commissione Europea, secondo cui il trend di crescita del processo di bancarizzazione prosegue a ritmi sostenuti. Tra il 2011 e il 2014 il numero dei conti correnti intestati ai cittadini migranti è cresciuto con un tasso medio annuo dell’8,5%. L’indagine, presentata al Forum CSR 2015, la due giorni organizzata dall’Abi per approfondire i temi della responsabilità sociale, approfondisce il fenomeno dell’integrazione dal punto di vista sociale e finanziario, fotografandone tutti gli aspetti: dalla microfinanza al microcredito, passando per le rimesse. Lo studio ha preso in considerazione ventuno Paesi e il 2014 fa registrare una crescita generalizzata dell’inclusione finanziaria dei migranti residenti in Italia. Aumentano i conti correnti intestati ai cittadini cinesi (+13%), a quelli ucraini e moldavi, a conferma di un processo d’integrazione che sta coinvolgendo queste comunità prevalentemente femminili (rispettivamente +11%) e quelli dei cittadini indiani, pakistani e del Bangladesh (rispettivamente +10%). L’unica variazione negativa riguarda Serbia e Montenegro (-2,6%), mentre la Tunisia si mantiene sostanzialmente stabile (+0,1%).
Migranti più ricchi nel nord Italia
Per quanto riguarda la distribuzione sul territorio italiano, il 62% dei nuovi conti correnti è al Nord, il 27% al Centro e l’11% al Sud. Sul versante dei prodotti, quelli più utilizzati dai migranti sono: gli strumenti di pagamento e in particolare carte prepagate, di debito e carte conto dotate di codice Iban(70%), i libretti di risparmio bancari e postali (oltre il 60%); gli altri prodotti assicurativi (40%). Significativa anche la diffusione tra i correntisti immigrati dell’internet banking (48%) a conferma di un rapido processo di adeguamento da parte dei migranti in termini di accesso alla rete e, più in generale, della preferenza per una multicanalità che consenta flessibilità e accessibilità anche in orari non di sportello. Sempre secondo il rapporto, l’accesso al credito rappresenta un altro importante indicatore dell’inclusione finanziaria dei migranti in Italia. Nel 2014 il 26% dei correntisti immigrati dispone di una qualche forma di finanziamento presso una banca o BancoPosta mentre l’11% è titolare di un mutuo. Guardando ai dati sullo stock di crediti in essere, nel 2014 le conseguenze della crisi economica internazionale hanno determinato una lieve contrazione, pari al 3%, che non tocca invece i mutui: i finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione da parte delle famiglie immigrate, infatti, continuano a crescere, seppure a tassi più contenuti rispetto al passato, con un incremento del 2,2%.