L’inchiesta sulle banche preoccupa il Colle. Mattarella e Napolitano all’erta

27 Dic 2015 11:08 - di Elsa Corsini

La paura fa novanta. L’improvvisa accelerazione di Matteo Renzi sulla commissione d’inchiesta sulla banche (“ora si fa chiarezza sugli ultimi 15 anni”) preoccupa il Colle (Mattarella ma anche Napolitano) per il rischio di collisione con la Banca d’Italia. Una commissione “vera”, come proposto dalle opposizioni, rischia di generare uno tsunami per l’equilibrio dei poteri a partire dal principio dell’indipendenza delle toghe. Non ultimo il rischio economico del ritorno in grande stile del fantasma dello spread.

Le paure di Mattarella

All’erta massima da parte del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, coadiuvato per l’occasione da una vecchia volte come  Giorgio Napolitano. La parola d’ordine è trasformare la commissione d’inchiesta (che ha poteri enormi, del tutto simili a quelli della magistratura)  in commissione “di indagine”, che eviti accuratamente di delegittimare i vertici di Bankitalia. Se il governo Renzi, come sembra almeno a parole, ha intenzione di processare la Banca centrale, la sfiducia nell’economia nazionale  è destinata a crescere.

Lo zampino di Napolitano

Qualche prova dell’impegno del Colle? Nel corso della mozione di sfiducia al ministro Boschi si vede bene lo zampino di Napolitano. Quando in Transatlantico, mentre l’ex capo dello Stato, Napolitano, conversava con Pietro Ichino, passa il deputato dem Walter Verini con il quale Napolitano si mette a chiacchierare lungamente. I due, che vantano un rapporto di antica data, si appartano.  Poco dopo in Aula, nella sua dichiarazione di difesa della Boschi Verini parla di una “commissione di indagine” sulle banche. Una posizione molto diversa rispetto a quella del capogruppo del Pd, Ettore Rosato, che invece aveva parlato, secondo l’ordine di palazzo Chigi, di “commissione di inchiesta”. Non è stato questo l’unico contatto che ha avuto Napolitano con esponenti renziani del Nazareno.  L’ordine è chiaro: fare una commissione d’inchiesta che gli stessi poteri della magistratura è pericoloso. Si rischia di mettere uno strumento delicatissimo nelle mani dei facinorosi.

La paura  per le toghe

Pure sul Colle più alto Mattarella la pensa come Napolitano. Interpellando fonti ufficiali la linea è quella di demandare al Parlamento le decisioni. Ma il capo dello Stato, meno esperto del suo predecessore con i media, in una questa vicenda delle banche per la prima volta non si è limitato a operare da spettatore. Nel discorso del suo insediamento aveva annunciato che, se i giocatori avessero commesso dei falli, si sarebbe comportato da arbitro. Imbarazzo e confusione nel  Pd  Se la commissione (e dunque Renzi)  mette il naso dove non ti compete, cosa va cercando? Se ci sono inchieste in corso? O chi sono gli imputati ad Arezzo, dove ancora non si capisce se è indagato papà Boschi?

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *