La Ue abbandona i risparmiatori: niente rimborsi, solo un arbitrato
Per dare sollievo ai risparmiatori delle banche in fallimento quello che non è possibile fare è che lo Stato paghi direttamente chi ha subito le perdite. Lo hanno fatto presente fonti Ue nel momento in cui il governo si appresta ad adottare l’emendamento per tutelare le vittime del crack delle 4 banche. La Ue aggiunge anche che il fallimento di una banca e l’eventuale perdita, per esempio, di un appartamento da parte degli obbligazionisti che hanno subito perdite non può essere considerata una crisi umanitaria come quelle provocate da alluvioni o altri disastri. Ammessa è invece l’idea di una procedura arbitrale presso la Consob: spetterebbe a questa stabilire se sono stati venduti prodotti fraudolenti ai privati. A quel punto possono scattare i rimborsi a carico delle bad bank. Per realizzarli in tempi brevi, lo Stato può fare un pre-finanziamento alle bad bank, ma queste dovranno restituire i soldi nel corso del processo di risoluzione. Non è consentito insomma che lo Stato rimborsi direttamente chi ha fatto delle perdite, perché altrimenti sarebbe come una sospensione del bailin. Il sistema della corte di arbitrato e dei rimborsi conseguenti, sul modello di quanto fu fatto in Spagna nel 2013, invece, non ha a che vedere con il salvataggio delle banche e non rientra quindi nelle norme degli aiuti di Stato. “La Commissione Ue – fanno sapere sempre da Bruxelles– continua a essere in contatto stretto e costruttivo con le autorità italiane sui suoi piani” per tutelare i risparmiatori delle 4 banche. Si pprende nel frattempo che, col salvataggio delle 4 banche, il numero di istituti a rischio si riduce notevolmente. Sulla base dei dati aggiornati a inizio dicembre dalla Banca d’Italia risultano sotto procedure di amministrazione straordinaria 9 banche di piccole dimensioni. In circolazione c’e’ una massa di oltre 60 miliardi di obbligazioni subordinate emesse dalla banche italiane, più o meno redditizie, nelle mani di piccoli e piccolissimi risparmiatori o di grandi investitori, scambiabili o meno sul mercato.