Emigrato sardo cremato all’insaputa dei familiari. Accade in Germania

5 Dic 2015 17:31 - di Viola Longo
germania operaio cremato

Morto e cremato in Germania all’insaputa dei familiari. È la fine assurda di Pietro Luigi Antonio Loi, un operaio sardo di 63 anni originario di Loceri, in Ogliastra. Una storia che promette di avere uno strascico penale, perché le sorelle dell’uomo, che chiedono di vederci chiaro, hanno deciso di sporgere denuncia.

Una vicenda «con troppi buchi»: incerta anche la data della morte

«Ora stanno istruendo la pratica e al momento dobbiamo capire contro chi presentare la denuncia», hanno spiegato Lidia e Tonina Loi, di 65 e 57 anni, sottolineando che «in questa vicenda ci sono troppi buchi e qualche abuso: come si sono permessi di cremare nostro fratello senza prima avvisarci?». Le due donne ora aspettano di essere contattate dal Consolato per poter andare in Germania e riportare indietro le ceneri del fratello e per cercare di capire cosa sia successo, anche con un sopralluogo a casa dell’uomo, che abitava a Velbert a un’ora dal confine olandese. In particolare, i familiari dell’operaio vogliono non solo risalite ai responsabili del procedimento di cremazione, ma anche e soprattutto scoprire le cause della morte, le modalità del ritrovamento del corpo e perfino la data reale del decesso, su cui nutrono dubbi.

Le sorelle dell’operaio pronte a partire per la Germania

Le sorelle di Pietro Loi hanno appreso del decesso del fratello da un certificato di morte, arrivato il primo dicembre all’ufficio anagrafe del Comune di Loceri, senza che il documento fosse accompagnato da alcuna comunicazione. «È stato un dolore troppo grande averlo appreso in questo modo, Pietro era molto legato a noi e lo avevamo sentito una decina di giorni prima», ha spiegato la signora Lidia, rivelando che il fratello «era contento perché dopo varie peripezie lo Stato tedesco aveva accettato la sua domanda di pensione. Non stava bene, aveva una bronchite asmatica che non gli dava tregua e credo che anche per questo lo abbiano mandato in pensione, certo non sapevamo che stesse così male da poter morire in pochi giorni». La notizia della cremazione, poi, è stata un’altra brutta sorpresa: i familiari di Loi l’hanno appresa dal Consolato, cui si erano rivolti per le procedure di rimpatrio della salma. «Ci è caduto il mondo addosso», ha spiegato ancora la sorella maggiore dell’uomo.

La storia di Pietro Luigi Antonio Loi

Pietro Luigi Antonio Loi era partito per la Germania 38 anni fa, quando dopo la maturità classica e qualche anno di università aveva deciso di non pesare più sulla famiglia e cercare fortuna all’estero. «Fino al 1996, quando sono morti i nostri genitori, tornava tutti gli anni, poi ha diradato ma chiamava tutte le domeniche», ha raccontato Tonina, chiarendo che «partiremo per la Germania nei prossimi giorni perché qui nulla è chiaro: ci hanno dato diverse versioni sia delle date presunte di morte, sia sulle modalità di ritrovamento del cadavere. Una volta lì vogliamo recuperare gli effetti personali di mio fratello, ma soprattutto vogliamo conoscere la verità sulla sua morte».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *