Cuneo, raid vandalico in chiesa: non trovano soldi e devastano l’altare

5 Dic 2015 11:10 - di Ginevra Sorrentino

Raid vandalico in una chiesa del cuneese: è l’ultima degenerazione criminale, l’ultimo affronto sferrato al cuore di una comunità di fedeli e inferto, più in generale, alla sensibilità religiosa di casa nostra. Un avvenimento odioso di cui si sono resi responsabili sei minorenni e una donna, individuati in queste ore dai carabinieri di Saluzzo.

Raid vandalico in chiesa: la vicenda

Tutto è accaduto lo scorso 30 settembre, ma le indagini sul caso si sono concluse solo in questa fase, con l’individuazione dei responsabili dell’odioso gesto. Un atto criminale i cui autori individuati dai carabinieri di Saluzzo sono sei minorenni, denunciati, e una donna, arrestata. Puntavano tutti al denaro dell’elemosina i protagonisti del raid vandalico compiuto nella chiesa di Maria Ausiliatrice di Saluzzo, che poi però, non trovando i soldi, hanno reagito devastando quanto gli capitava a tiro e profanando un luogo di culto sacro. Rimasti senza bottino, i ladri in erba avevano lasciato la chiesa solo dopo aver imbrattato l’altare, bruciato alcune pagine del messale, gettato a terra una statua della Madonna e provocato altri improvvisati danni; generando una ferita che va dritta al cuore della comunità cattolica cuneese e che colpisce la sensibilità religiosa di tutti.

Colpo inferto alla nostra sensibilità religiosa

Rubare in chiesa non è, purtroppo una novità dell’ultim’ora: ma lo sfregio ai simboli religiosi del nostro credo. L’atto vandalico indirizzato contro immagini sacre e luoghi di preghiera, questo no: è davvero inaccettabile. E allora, quanto compiuto nei mesi scorsi in una delle tante parrocchie italiane, quella che si è qualificata da subito come una vera razzia punitiva messa a segno sull’onda della rabbia, della assoluta mancanza di rispetto culturale e di riferimenti etici e morali, ha turbato la comunità dei credenti del luogo che ha colto immediatamente i segnali che vanno oltre il singolo episodio o i suoi responsabili di turno. Quanto accaduto in provincia di Cuneo ha dunque indignato l’opinione pubblica di casa nostra, già duramente messa alla prova dai tanti – troppi? – segnali “negativi” che, ultimamente sempre di più, continuano a mettere in discussione la c0nsiderazione dovuta al nostro credo, ai nostri riti religiosi, alle nostre radici e tradizioni sacre.

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