La Corte di Cassazione: «L’ex-sindaco Del Gaudio non andava arrestato»

16 Dic 2015 16:01 - di Francesca De Ambra
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Incubo finito per Pio Del Gaudio, ex-An, sindaco di Caserta fino a pochi mesi fa e poi arrestato il 14 luglio scorso insieme all’ex-consigliere regionale (poi scarcerato) Angelo Polverino, anch’egli ex-An e all’ex-senatore Udeur Tommaso Barbato, da qualche giorno ai domiciliari, nell’ambito dell’indagine della Dda di Napoli su presunti condizionamenti del clan guidato dal superboss Michele Zagaria nella concessione degli appalti nel settore idrico da parte della regione Campania.

Pio Del Gaudio (ex-An) era il primo cittadino di Caserta

La prima sezione della Corte di Cassazione ha infatti dichiarato inammissibile il ricorso avanzato dalla procura di Napoli contro la scarcerazione di Del Gaudio, che i pm accusano di aver intascato una tangente da 30 mila euro da Giuseppe Fontana, un imprenditore vicino alla cosca in cambio di appalti. Il patto scellerato sarebbe stato stretto prima delle elezioni comunali del 2011, poi vinte dall’ex-An. La Cassazione ha in pratica confermato la decisione del Riesame di Napoli, che dieci giorni dopo l’arresto aveva rimesso in libertà Del Gaudio per l’assenza di gravi indizi di colpevolezza.

La Cassazione: «Nessuna prova del patto corruttivo»

Per Del Gaudio, che resta indagato a piede libero, la decisione della Suprema Corte – per quanto limitata all’accertamento della sussistenza delle sole esigenze cautelari – fa chiarezza anche nel merito del capo d’imputazione. Ed in effetti, come spiegano i legali dell’ex-sindaco, dalle intercettazioni allegate all’ordinanza di custodia in carcere «non è emersa alcuna prova dell’esistenza dell’episodio correttivo». Il tutto ruota intorno ad una conversazione intercettata in cui Fontana dice che prima delle elezioni Del Gaudio gli avrebbe detto «stiamo a disposizione». Ma per il Riesame prima e la Cassazione dopo si tratta di un’espressione che non prova nulla. Comprensibilmente amaro il commento di Del Gaudio: «Ho passato mesi infernali non auguro a nessuno quello che sto vivendo. È inutile commentare perché le sentenze non si commentano, ma questa decisione della Cassazione è chiarissima».

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