“CGIL piena di debiti”, ma la Camusso poi cena in ristoranti di lusso

5 Dic 2015 8:55 - di Redazione

Servono iniziative straordinarie “Perché la CGIL non può vivere in uno stato di difficoltà come questo, dobbiamo metterla in sicurezza». Così Susanna Camusso, giovedì mattina, a Napoli, a margine del seminario con i quadri meridionali della confederazione (promosso per discutere di contrattazione e di statuto dei lavoratori). Il successore di Guglielmo Epifani ha utilizzato queste parole, pesanti, per fotografare una «situazione economico-finanziaria molto complicata» — al punto da ipotizzare la vendita del palazzone di via Torino — prima di ribadire che il 14 dicembre si deciderà sul commissariamento della Cgil Campania e della Camera del lavoro.

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Dopo l’evento, una maxicena, con tanto di pullman per raggiungere la struttura di lusso (in via Petrarca a Napoli), «in segno di ospitalità» per i colleghi provenienti da tutte le sedi del Mezzogiorno. Critiche e polemiche — sotterranee, per il momento — si stanno moltiplicando ora dopo ora. Era proprio necessaria questo appuntamento vista la condizione denunciata da Camusso stessa (debiti per quasi cinque milioni)? Era davvero opportuno? «La cena a villa Vittoria — risponde Susy Esposito, leader campana della Fisac, la federazione dei bancari, a “Il Corriere della Sera”— è stata organizzata in poche ore. Nonostante i problemi che la segretaria Camusso ha ben sintetizzato, arrivando giustamente a proporre il commissariamento, non si poteva fare una figuraccia con Susanna e con tutti quei delegati del Sud». E allora… «Mi sono messa al telefono, mercoledì sera, e ho trovato in extremis una bella struttura a prezzi più che convenienti». Quanto? «Circa 35 euro, Iva inclusa, a persona». Per quanti? «Una settantina. Ma che c’è di male?». E come sono arrivati a Posillipo? «In pullman, sempre meglio che i taxi, non crede…?».

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Poi la segretaria generale della Fisac-Cgil Campania entra ancora più nel dettaglio: «Chi ha pagato? Avevamo deciso di anticipare io e il numero uno della Funzione pubblica, Alfredo Garzi. Poi, alla fine, l’assegno lo ha staccato lui. E a lui, o meglio alla sua federazione, andrà il prevedibile rimborso. Ripeto, non capisco cosa ci sia di male in questa cena. Questione di opportunità? Macché, certe volte siete voi giornalisti che provate a parlare alla pancia dei lettori». Trattandosi di cena, verrebbe da dire che a parlare alla pancia non siano stati i giornalisti… Garzi, dal canto suo, precisa: «Vero, ho pagato io. E verrò rimborsato. Cena e spese per il pullman. Non capisco cosa perché vi siano voci di protesta. Camusso d’accordo alla cena? Era con noi e non credo si sia posta un problema per me inesistente. Comunque voi fate i giornalisti e noi non nascondiamo nulla. Questo valga per le vestali dell’etica che ci sono fra i nostri».

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