Altro che “Buona scuola”, per i precari il Natale è magro e senza stipendio
Altro che “Buona scuola”, come dice Matteo Renzi. Per i precari anche questo Natale si preannuncia magro e amaro. Il perché lo spiega un comunicato della Gilda. “Nonostante la nota inviata dal Miur alle scuole per la liquidazione degli stipendi ai supplenti, c’è ben poco da stare allegri perché, dopo aver lavorato per quattro mesi, 25mila precari trascorreranno comunque il Natale senza aver ancora percepito un euro. Se questo è il raccolto di ciò che ha seminato la cosiddetta ‘Buona scuola’, siamo alla frutta secca, come da tradizione natalizia”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda, commenta la notizia riguardante il pagamento dei docenti precari annunciato da viale Trastevere e che avverrà con la prima emissione utile da NoiPa entro la prima metà di gennaio. Riferendosi poi alla legge di Stabilità approvata alla Camera, Di Meglio usa toni duri contro il Governo “che ha aggirato la sentenza della Consulta sull’incostituzionalità del blocco reiterato del contratto del pubblico impiego: Lo stanziamento di 5/6 euro netti mensili per il rinnovo è una beffa, perché il presidente del Consiglio sa bene che nessun sindacato sarà disposto a sottoscrivere un contratto a queste misere condizioni economiche. Evidentemente – conclude il coordinatore della Gilda – Renzi è convinto di ottenere risultati elettorali migliori impiegando le scarse risorse disponibili per distribuire mance”. Insomma, dopo tanti proclami fatti alternativamente dal premier e dal ministro della Pubblica Istruzione, l’inganno è venuto allo scoperto. I professori, nonostante le assicurazioni del governo, continuano ad essere trattati malissimo. Il guaio è che dalla precarizzazione più che decennale in cui versa un gran numero di insegnanti non si uscirà neanche in futuro se non cambieranno le situazioni. E se, una volta per tutte, non si porrà responsabilmente mano all’intera questione.