Anziani in ospedale: mangiano fino a svenire. Non c’erano più abituati…

26 Dic 2015 10:50 - di Bianca Conte

Satolli a dir poco. Sazi fino a star male. Decisi a festeggiare, in barba ad austerity di rimando e al tradizionale tirar la cinghia, questo Natale di tasse e gabelle, di annunci di ripresa e di strombazzati “cambi di verso” a cui però le famiglie del Bel Paese continuano a non trovare riscontro nei portafogli e nelle dispense. Così, in barba a Tasi e Irpef, conguagli e bollette, pensioni minime e dramma degli esodati di montiana memoria e ancora in cerca di una soluzione, una dozzina di anziani sono finiti ieri in ospedale a Genova per postumi del cenone natalizio.

Anziani in ospedale: mangiano fino a svenire

Troppo cibo o postumi da abitudine al rigore? Chi può dirlo: fatto sta che alcuni di loro hanno mangiato e bevuto tanto da perdere i sensi per alcuni secondi. Tutti si sono ripresi dopo essere stati sottoposti ad una terapia a base di flebo. Dieci chiamate per persone che accusavano sintomi di un’indigestione sono giunte al centralino del 118 dell’ospedale genovese di San Martino. Altre due chiamate sono arrivate alla centrale di Tigullio Soccorso, che fa capo all’ospedale di Lavagna. Una sbronza da cibo che poteva finire anche peggio e che i dimostra come – specie gli anziani – non siano davvero più abituati ai bagordi dell’opulenza. In vista delle prossime festività di fine anno, allora, i medici invitano gli over a mangiare e bere con moderazione. Siamo certi che sapranno dare seguito alle raccomandazioni del caso…

Una irrituale “sbronza da cibo”

Nel genovese, insomma, si è assistito a quella che ormai è per noi una inedita “altra faccia del Natale“, quella che fa da contraltare alle immagini di solidarietà privata e di volontariato istituzionalizzato che nelle ultime 48 ore hanno aperto le porte di casa e i portoni delle basiliche ai senza tetto per il cenone della Vigilia. L’altra faccia del Natale, quella che contrappone alla verità dell’ennesima festività trascorsa con un occhio all’albero da corredare di pacchi e pensierini e un altro al conto corrente in rosso a cui ottemperare. L’altra faccia del Natale, quella che ha costretto una nonna del Bresciano alle prese con una pensione da appena 400 euro al mese, esaurita a stretto giro dalla sua riscossione, a rubare in un supermercato caramelle e dolcetti da regalare ai nipotini che non se la sentiva di privare di un suo pensiero: 27 euro il conto della disperazione, saldato dai carabinieri inteneriti dall’accaduto. L’altra faccia del Natale, quella che rivela la verità di tutti i giorni dei tanti italiani che, a fronte di spot governativi e promesse elettorali che Renzi e i suoi dispensano a profusione, sotto l’albero hanno trovato ancora pacchi vuoti riempiti di promesse che non pagano le tasse e i debiti di fine anno.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *