La vendetta di Marino su Renzi: «È malato di bulimia del potere»

3 Nov 2015 18:06 - di Giacomo Fabi

La vendetta – insegnava il Giannettaccio de “La cena delle beffe” – è un piatto caldo che si serve freddo. Ma evidentemente Ignazio Marino non ha il dono della pazienza e a nemmeno una settimana di distanza dal suo disarcionamento dalla carica di sindaco di Roma cerca di rendere la pariglia a Matteo Renzi accusandolo di «bulimia di potere» con la recondita speranza di veder raccolta la sua invettiva da uno degli oppositori al premier disseminati all’interno del Pd.

Marino su Fb: «Il premier voleva prendersi Roma»

Al momento non si sa quale mossa abbia in testa l’ex-sindaco e cioè se intenda presentarsi in veste di guastafeste alle primarie del Pd (ove mai dovessero davvero celebrarsi per mancanza di candidati condivisi) per la nomination al Campidoglio oppure dare vita ad un’ulteriore area di fronda anti-Renzi da utilizzare quando in vista del prossimo congresso. Nel frattempo, Marino s’affida a Facebook per togliersi i sassolini dalle scarpe: «Renzi – scrive in un post – voleva Roma sotto il suo diretto controllo e se l’è presa, utilizzando il suo doppio ruolo: come segretario del partito ha voluto che i 19 consiglieri del Pd si dimettessero», come premier «ha sostituito il sindaco, legittimamente eletto, con un prefetto, che farà capo come dice la legge», cioè sempre a lui.

L’ex-sindaco gioca a fare l’anti-Renzi nel Pd?

Scontato, per Marino, il messaggio da far arrivare alle truppe anti-renziane del Pd: quello di un premier “pigliatutto”: «Assistiamo – attacca il “Marziano” – ad una pericolosa bulimia di potere, che elimina gli anticorpi democratici. Il messaggio è chiaro: chi non si allinea, chi non ripete a pappagallo i suoi slogan viene allontanato o addirittura bandito». Si sente oltraggiato Marino. In parte con ragione dal momento che non ha avuto neppure la buonuscita di una telefonata di cortesia. È una ferita che ancora gli brucia: «Il presidente del Consiglio – sottolinea – potrebbe e dovrebbe esercitare maggiore rispetto. Continua a dire “basta polemiche”. Ma poi insiste negli insulti e nelle provocazioni. Non si rende conto – conclude Marino -, o forse non gli interessa, che insultando me insulta le centinaia di migliaia di cittadini che mi hanno scelto come sindaco».

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