Tra Vaticano e Italia si rischia il caso diplomatico. Tutta colpa dei sanpietrini

12 Nov 2015 12:22 - di Anna Clemente

Tra Italia e Vaticano si rischia la crisi diplomatica. No, al centro di un braccio di ferro che va avanti ormai da settimane stavolta non ci sono questioni come i Vatileaks o la gestione del patrimonio milionario della Santa Sede su suolo italiano, ma alcune centinaia di metri di sanpietrini, quelli delle strade di Borgo, subito a ridosso di piazza San Pietro: da Oltretevere chiedono di rimuoverli, ma la soprintendenza si rifiuta di farlo e, secondo voci ben informate, sulla questione potrebbe intervenire direttamente Palazzo Chigi.

I sanpietrini al centro della contesa

A rivelare l’esistenza di un affaire “manto stradale” è Repubblica, che spiega come la faccenda sia stata anche al centro del recentissimo colloquio sui temi del Giubileo tra il commissario di Roma Francesco Paolo Tronca e il sottosegretario Claudio De Vincenti, oltre che oggetto di confronto nella cabina di regia che riunisce rappresentanti vaticani, Comune, Regione e governo nazionale. Il Vaticano – è la ricostruzione del quotidiano – nell’ambito del progetto di riqualificazione della zona, chiede la rimozione dei sanpietrini tra via del Mascherino, via dei Corridoi e Borgo Sant’Angelo. Creano problemi – è la motivazione – ad autobus, pullman e pedoni. Il Comune aveva dato il via libera, ma la soprintendenza si è opposta. È nato così uno stallo che «avrebbe irritato non poco la Santa Sede» e dal quale si prospetta di uscire con un intervento diretto di Palazzo Chigi.

Il precedente degli anni Novanta

D’altra parte, il caso non è privo di precedenti. Già negli anni Novanta la soprintendenza aveva detto no a diversi interventi prospettati dal Campidoglio, allora guidato da Francesco Rutelli, e la questione fu risolta con un decreto proposto dall’allora presidente del Consiglio Massimo D’Alema. Ora c’è chi è pronto a scommettere che Matteo Renzi potrebbe seguire quella strada e accontentare il Vaticano per evitare, annota ancora Repubblica, «l’ennesimo casus belli alla vigilia di un Giubileo già piuttosto tormentato».

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