Fondamentalismo islamico, pensiamo a difendere le nostre famiglie e i valori

17 Nov 2015 19:21 - di Carlo Ciccioli

Le tragiche immagini degli attentati di Parigi che ripassano continuamente sui video suscitano sgomento e raccapriccio; vite umane piene di entusiasmo e di speranza stroncate senza un minimo perché di apparente ragione. Ma, pur perverse, dietro quelle azioni non c’è solo crudeltà, ma anche un preciso disegno ideologico: la conquista dell’Europa da parte di un settore significativo della comunità islamica.

Fondamentalismo islamico, il compito della destra e dell’Italia

Certo non è colpa di tutti i musulmani, non è colpa di tutti gli stati a prevalenza islamica, ma è sicuramente colpa di quel pensiero religioso che da sempre, ha espresso aggressività, intolleranza e spirito di conquista. E non è storia di oggi o del cosiddetto recente “fondamentalismo islamico”. È storia dei secoli scorsi fatta di conquiste territoriali, sottomissione di popoli, distruzioni e violenze indicibili. Ne sanno qualcosa le Nazioni della Penisola Balcanica, come la Grecia, la Bulgaria, la Bosnia, l’Albania, addirittura la Spagna, le cui città furono più volte rase al suolo e i loro abitanti, se non si convertivano, uccisi o deportati, ne sa qualcosa la città di Vienna sottoposta ad assedi violentissimi per essere conquisitata dall’Islam. Occorre però guardare la realtà da due lati, quello terribile e distruttivo delle morti disumane e quello propositivo: dalla tragedia di Parigi può venire la svolta che non sarebbe mai venuta dall’andazzo ordinario delle cose, cioè la conquista strisciante dell’Europa da parte dell’Islam.

Di fatto Parigi ha determinato “l’effetto vaccino”: si stanno producendo energici anticorpi. Per la prima volta un Governo dichiaratamente di sinistra, quello del francese Hollande, dichiara guerra all’Isis, “sì, proprio guerra”, alla faccia del buonismo cattocomunista del centrosinistra italiano, della intellighenzia della sinistra europea, dell’atteggiamento tollerante, addirittura talvolta collusivo, della Chiesa Cattolica. Ne è il polso l’opinione pubblica del nostro continente, che ha voltato completamente le spalle allo spirito di comprensione verso ogni manifestazione ostile nei confronti della civiltà europea. Ora è venuto il momento che la destra, che finora per malinteso senso di “politicamente corretto” e quasi un senso di inferiorità, ha rinunciato ad alzare la voce, proponga invece con chiarezza un manifesto dell’identità e della Civiltà Europea, con leggi e regole rigide a cui deve attenersi chi desidera trasferirisi, risiedere o svolgere la propria attività nei nostri territori. Per primo abbattere il tabù del multiculturalismo: l’Europa ha ua sua cultura non mediabile, con la sua storia ed i suoi valori irrinunciabili e chi non l’accetta rimanga a casa propria. Chi arriva faccia atto di sottomissione non solo alle leggi (il che è normalità in ogni parte del Mondo, ma soprattutto a casa degli altri), ma anche ai costumi, ai comportamenti, alle regole non solo penali (anche questo dovrebbe essere scontato), ma civili di chi ha costruito nei secoli la propria casa comune. Intolleranza assoluta (o se si preferisce “tolleranza zero”, come diceva il sindaco di New York Rudolph Giuliani) nei confronti di coloro che ritengono di non aver rispetto di chi ci sta da generazioni di generazioni. Non dobbiamo accogliere tutti ma solo chi vuole vivere come noi. Basta con i garantismi interni ed esterni: abbiamo non solo il diritto ma il dovere, oserei dire l’obbligo, di difendere le nostre famiglie, i nostri anziani, i nostri figli e il futuro dei nostri nipoti, il nostro stato sociale, le nostre regole di convivenza, i nostri stili di vita. Da qui si riparte per aiutare anche loro a cambiare, poiché nessuno possiede la verità assoluta ma il relativismo non ci deve appartenere e una realtà oggettiva esiste e da questa, con tutte le variazioni del caso, dobbiamo far vivere lo Spirito Europeo. O abbiamo coscienza di noi, fiducia in noi stessi, spirito di sacrificio, ed anche di generosità verso il futuro delle loro nuove generazioni, che non devono conoscere la vita cupa dei loro padri. L’Occidente avrà pure delle colpe, ma ha grandi meriti e se il livello della scienza, della medicina, della tecnologia, dell’arte e della cultura, che fa vivere meglio l’intero Globo ha avuto una centralità proprio nelle nostre Terre, un motivo ci sarà pure. Tale condizione possiamo anche condividerla con qualsiasi cittadino del Mondo, ma il primo presupposto è quello di salvaguardare la Casa nostra. Il contrario sarebbe peggio per tutti e il futuro sarebbe un Mondo dove non ci sarebbe rispetto per la donna, per la libertà di ciascuno, per il benessere economico e la convivenza civile di tutti. Per questo Presepi a Natale, Crocifissi nelle scuole, cibi italiani ed europei – carne (e perché no anche di maiale) e vino – ed ogni altra cosa ci appartiene da sempre debbono rimanere il nostro vivere quotidiano.

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