Salvini: «Perché il governo non caccia dall’Italia chi inneggia alle stragi?»
«Resto stupito che non ci siano in corso centinaia di espulsioni dall’Italia di tutti coloro che inneggiano sul web e sui giornali all’attentato di Parigi, mi sembra una cosa incredibile». Matteo Salvini parla dalle frequenze di Radio Padania per stigmatizzare una situazione che purtroppo si ripete sempre. «E’ una cosa preoccupante – ha aggiunto – se pensiamo a cosa hanno fatto in 8 a Parigi, avere centinaia di persone che giustificano o addirittura inneggiano per quel che è stato fatto a Parigi». Uscire dalla zona grigia, esprimere la propria dissociazione in maniera univoca dai terroristi della jihad, mostrare che l’Islam moderato c’è: non si chiede molto, in fondo, ogni qualvolta il terrorismo di matrice islamica torna a colpirci, alle comunità musulmane presenti in Europa. Le risposte non sempre sono convincenti, soprattutto quando si va a indagare negli umori popolari. I servizi televisivi di questi giorni lasciano di stucco. Ultimo in ordine di tempo è un ragazzo islamico intervista a Catania, ripreso dalle telecamere di L’Aria che tira, la trasmissione di La7 condotta da Myrta Merlino. “Le stragi di Parigi? Hanno fatto bene, è quello che dice il nostro Corano”, ha detto. Poi la profezia prosegue: “L’8 dicembre succederà qualcosa di simile a Roma”. Ora la Digos, che ha acquisito le immagini girate dall’inviato di La7, è sulle sue tracce per identificarlo ed interrogarlo.
Salvini: Basta al cordoglio ipocrita
Dobbiamo avere paura? dobbiamo modificare i nostri stili di vita quotidiana? Proseguendo il suo intervento su Radio Padania Matteo Salvini risponde: «Io dico: parliamo liberamente e sorridiamo, non dobbiamo avere paura dei terroristi che sono dei vigliacchi, io temo coloro che tacciono per ipocrisia». Prospettive: «Sono sicuro che ce la faremo a vincere il terrorismo – ha aggiunto – ma ora non è il momento delle fiaccolate o del cordoglio ipocrita, del solito bla-bla. Adesso è il tempo del coraggio per non vivere e morire da schiavi».