Ricevevano denaro e regali per sversare rifiuti speciali: sei arresti
Cinque appartenenti al corpo forestale dello Stato e un imprenditore sono stati arrestati a Brindisi in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai carabinieri. I reati contestati sono corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio e rivelazione di segreto di ufficio, nonché concorso in abbandono incontrollato di rifiuti, peculato, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e truffa aggravata ai danni dello Stato.
Tra rifiuti e ricariche e cartucce
Alcuni, dietro pagamento di una somma in denaro, o in cambio di altre utilità quali ricariche telefoniche e generi alimentari, avrebbero consentito a imprenditori di Brindisi di riversare i rifiuti speciali provenienti da demolizioni edili in campagna. Altri avrebbero invece utilizzato il telefono di servizio per scopi personali: in un caso sono stati rilevati 171 contatti privati. Altri ancora avrebbero riferito gli orari dei controlli di polizia giudiziaria e si sarebbero assentati dal luogo di lavoro nonostante attestassero la presenza. Poi, nell’elenco, figurano anche cartucce confiscate regalate ai cacciatori. Sono questi i fatti contestati in tutto a nove persone, tre delle quali indagate a piede libero, fra cui ci sono cinque uomini del corpo forestale dello Stato. In due sono finiti in carcere: si tratta di Gianfranco Asciano, 41 anni, di Brindisi, in servizio fino a poco tempo fa presso la stazione di Brindisi del comando forestale e Vittorio Greco, 55 anni, di Brindisi, quest’ultimo imprenditore. Ai domiciliari Domenico Galati, 40 anni, di Surano (Lecce); Giovanni Bray di 37 anni di Melendugno (Lecce); Massimo e Giovanni Rosselli di 41 e 45 anni di Ostuni (Brindisi), tutti forestali in servizio all’epoca dei fatti contestati, avvenuti tra il 2013 e il 2014, nel capoluogo e oggetto di indagine dei carabinieri, coordinati dal pm Milto Stefano De Nozza. «Non siamo contenti che accadano queste cose – ha detto il procuratore della Repubblica di Brindisi, Marco Dinapoli – specie quando sono fatti che riguardano i nostri collaboratori diretti. Questa procura ribadisce comunque la sua grande fiducia nel corpo forestale dello stato. Sono vicende che riguardano singole persone e quando c’è un’emersione di fatti simili non si può che sanzionare le condotte illecite».