Veneziani: “Roma è tornata nelle mani del Papa: adesso comanda lui”

2 Nov 2015 8:42 - di Redazione
roma Fdi campidoglio

Secondo Marcello Veneziani, «La politica non è ancora pronta pertornare. A Roma oggi non c’è un candidato che goda di una simpatia maggioritaria dei romani che provenga dalla politica. Si fa strada ancora una volta l’idea che un commissario supremo o una venuta da un altro ambito, come il caso di Alfio Marchini, possa assumere la responsabilità di guidare questa città». Una Capitale senza sindaco ospita il Giubileo. Roma “politica” sembra avere smarrito il suo linguaggio universa le.

L’impressione è che ci sia in questo momento una “supplenza papale”

Resta solo il Vaticano, chiede “Il Tempo”? «L’impressione è che ci sia in questo momento una “supplenza papale”. È il periodo del Papa Rè, in cui Roma torna ad affidarsi auna figura simile in quanto unica autorità in campo che gode di una grande notorietà. In questa fase paradossalmente il vescovo di Roma diventa anche il sindaco di Roma». Ha fatto bene Giorgia Meloni a rispondere a muso duro all’indicazione di Berlusconi su Marchini? «Si. Non altro per ribadire che ormai la leadership del centrodestra non può restare, come se fossimo in una monarchia, “a vita” a chi negli ultimi tempi ha di fatto abdicato, non ha più espresso una posizione politica. La rivendicazione di autonomia rispetto aBerlusconi ci sta tutta».

Veneziani: “Marchini è oggettivamente il candidato più gettonato in questa fase”

E su Marchini invece? «Marchini è oggettivamente il candidato più gettonato in questa fase, quello che ha più chance. Se uno dovesse liberarsi delle proprie preferenze politiche e ragionare in termini realistici oggi la soluzione Marchini resta quella in campo. Qualcuno potrà vedere l’ombra del partito dei “palazzinari”, qualcun altro le origini politiche della famiglia, resta il fatto che la sua candidaturaè lasoluzione più ragionevole nellairragionevolecondizione in cui è Roma». Non la pensa cosi la Meloni. «La Meloni fa bene a cavalcare un patriottismo di area. E magari anche a pensare di potersi candidare, con la speranza di ottenere un risultato importante, fosse anche una gloriosa sconfitta come fu quella di Fini del ’93. Perché visti i precedenti sarei molto prudente ad auspicare che la destra torni a governare Roma. Però è giusto che in questa situazione lei sifaccia avanti, si presenti come la rappresentante di una svolta e al tempo stesso come continuità di una destra ideale. Sarebbe bello che lei potessi presentarsi. Poi in sede di ballottaggio si vedrà».

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