Cantone: “Non solo a Roma si lucra sull’accoglienza dei clandestini”
«Oggi – ha spiegato il numero uno dell’Anac, Raffaele Cantone – le ondate migratorie sono diventate ordinarie, e per questo è difficile parlare di emergenza, che non è più». Non è più, ma è stata artificialmente mantenuta viva perché a qualcuno conveniva «il perpetuarsi di determinati meccanismi». «Io sono in grado di affermare – ha proseguito infatti Cantone – che c’è stato chi ha abusato di quella emergenza. E ho la sensazione che, con modalità diverse, il sistema sia molto più diffuso di quello che è emerso a Roma», si legge su “Il Giornale”.
Per Cantone, si usa l’emergenza migranti per fare business
Quella scoperchiata nella capitale, per Cantone, era «una struttura quasi monopolista». Ma sul «sistema cooperativo» in molte regioni, ha insistito poi il presidente Anac, ci sono sospetti che si siano «nidificate vicende strane». In particolare quando vi è stato l’utilizzo «di alberghi e strutture ricettive», soprattutto nelle aree del Paese dove tradizionalmente «è anche forte la presenza di criminalità organizzata». Tanto da poter ritenere che in queste regioni «rischia di essere confermata l’esistenza di un legame tra «gestione illecita degli immigrati e criminalità organizzata». Nel mirino, dopo Lazio e Sicilia (già sfiorata dall’inchiesta romana per la gestione del Cara di Mineo), ora c’è la Campania, dove sono state «visitate» le stazioni appaltanti e acquisiti gli atti in Regione. E proprio la «polverizzazione» delle stazioni appaltanti è ora al centro degli interventi caldeggiati dall’Anticorruzione.
Cosa c’è dietro l’utilizzo «di alberghi e strutture ricettive» per i migranti?
Cantone ha infatti spiegato che Anac e ministero dell’Interno stanno lavorando insieme alla creazione di un «bando tipo. Un modello unificato» per l’affidamento dei servizi a terzo settore e coop sociali. Il bando prodotto da Authority e Viminale dovrebbe essere varato entro la fine dell’anno e permetterà, grazie a «principi chiari», di dare indicazioni più stringenti per gli appalti nel settore accoglienza. Ma Cantone propone anche di affidare ai prefetti, ultimamente sugli scudi, il ruolo di soggetto attuatore nel sistema di accoglienza. «Uno dei problemi – ha osservato il presidente dell’Autorità – è che sul territorio sono diversi i soggetti che fanno da stazione appaltante, non c’è omogeneità. In certi casi se ne occupano gli enti locali, in altri le regioni, altrove ancora consorzi ad hoc, commissari nei centri di accoglienza come accaduto in Sicilia per il Cara di Mineo.