La figuraccia di Hollande: «Vuole un caffè?». Una farsa, ecco cos’è accaduto

3 Nov 2015 8:56 - di Giorgio Sigona

Sembrava proprio un quadretto idilliaco, ma in realtà l’Eliseo aveva organizzato tutto nei minimi dettagli. Il presidente François Hollande che voleva essere «uno qualunque» fra la gente, va a trovare Lucette, infermiera in pensione del paesino di Vandoeuvre-les-Nancy, nella provincia più profonda della Mosella. Bfm-Tv scopre però che di spontaneo c’era ben poco: tutto preparato, fin nei minimi particolari, dagli argomenti da tirare fuori alle tazze per il caffè.

Ecco che cos’ha combinato Hollande

Con il trascorrere delle ore, i particolari ricostruiti come seguendo una sceneggiatura, le ammissioni della malcapitata Lucette e tutto il quadro ha trasformato la visita «improvvisata» in un boomerang mediatico. Dall’inizio di settembre, Hollande – in vista delle difficilissime regionali che aspettano il Partito socialista a dicembre – ha moltiplicato le visite in banlieue e in provincia. Nella scaletta prevista dall’Eliseo c’era una visita cosiddetta «improvvisata» a Lucette Brochet. Il presidente e l’ex infermiera a bere un caffè chiacchierando attorno al tavolo del soggiorno di quello che è stato individuato come l’appartamentino tipo di una pensionata della provincia, sotto l’occhio di telecamere discrete. Ma Bfm ha scoperto che il quadro era molto diverso da quanto è sembrato in superficie. Una messinscena minuziosa, degna della propaganda sovietica, aggiunge Bfm: «La mattina della visita, impiegati del Comune sono venuti a portare le sedie… anche le tazze sono arrivate da lì. Perfino il vaso di fiori che si vede nelle foto appoggiato sul tavolo». Con il passare delle ore, è emerso che Lucette non si è dovuta scomodare neppure a fare il caffè per il presidente, visto che la bevanda, ben calda, è arrivata «in appositi thermos». Al quotidiano locale L’Est Republicain, subito intervenuto sullo scoop televisivo, Lucette ha confessato di essere rimasta affascinata dal presidente. Ma ha aggiunto che, purtroppo, le sarebbe «piaciuto parlare con lui di tutta questa miseria che vediamo attorno». «Volevo parlargli dei clochard sui marciapiede – aggiunge – della mia preoccupazione quando vedo queste migliaia di rifugiati che arrivano. Ma era delicato… due giorni prima erano venute delle persone dell’Eliseo a farmi qualche domanda, per sapere quello che dovevo e non dovevo dire… volevo dire che si occupava tanto di immigrati e non troppo dei poveracci che crepano per strada, ma questo non lo avrei dovuto dire».

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