Intifada, voleva suicidarsi la palestinese uccisa dagli israeliani
Ancora sangue tra israeliani e palestinesi in quella che è stata definita l’Intifada dei coltelli. Ad un posto di controllo in Cisgiordania, nei pressi dell’insediamento ebraico di Alfei Menashe, una ragazza palestinese è stata uccisa da un soldato dell’esercito di Tel Aviv che la donna aveva tentato di aggredire con un coltello. Nella sua borsa, i militari – secondo quanto comunicato dal ministero della Difesa israeliano – hanno trovato un biglietto con propositi suicidi.
Razzi isreliani colpiscono postazioni di Hamas
Purtroppo, questo della donna uccisa non è l’unico evento cruento delle ultime ore in quella martoriata regione. Nella notte scorsa, infatti, l’aviazione israeliana ha centrato un obiettivo di Hamas a sud di Gaza in una immediata reazione al lancio di un razzo da parte di miliziani palestinesi verso il Neghev occidentale. Lo ha riferito un portavoce militare. Non si ha notizia di vittime. Mentre si consumava anche quest’ultimo raid, moriva la guardia di frontiera israeliana di 19 anni travolta da un’auto palestinese nei giorni scorsi.
Ora Tel Aviv teme una recrudescenza della nuova Intifada
La situazione in tutto lo Stato di Israele resta dunque di massima allerta. Il governo guidato da Benyamin Netanyahu, teme infatti una recrudescenza dell’Intifada e della violenza terroristica già manifestasti nel mese scorso quando in un solo giorno si contarono ben quattro attentati, di cui due nello spazio di circa un’ora e almeno sei israeliani accoltellati a Gerusalemme. In quell’occasione, Netanyahu fu costretto ad affrontare un dibattito estremamente teso alla Knesset, il parlamento nazionale. Nel suo intervento il premier israeliano definì «bugie» le voci secondo le quali il suo governo stava cercando di cambiare lo status quo sulla Spianata delle Moschee.