Incontro a Roma sull’olio: «Ecco come riconoscere quello extravergine»
Dall’attuale scandalo dell’olio extravergine falso, emergono anche dati positivi: c’è in Italia, ed è la stragrande maggioranza dei produttori, che fa olio di grande qualità. E capita proposito l’incontro che si svolgerà venerdì dalle ore 18 a Roma sul tema Dieci semplici regole per riconoscere l’olio extravergine d’oliva. L’incontro è organizzato dall’olioteca leader nel settore Sapordolio nella sua sede di via Lucrezio Caro 33. «In realtà l’incontro è uno dei tanti che periodicamente proponiamo al pubblico per valorizzare la cultura dell’olio extravergine tramite assaggi e degustazioni», dicono i tre animatori dell’olioteca, Alessandro, Roberto e Vincenzo, esperti del settore nonché assaggiatori professionisti dell’olio d’oliva. «Vogliamo dire – proseguono – che la stragrande maggioranza degli imprenditori italiani lavorano seriamente con l’olio d’oliva producendo un prodotto di altissima qualità. Ma quali sono queste regole che il consumatore medio deve osservare per riconoscere un olio extravergine? «Diciamo innanzitutto che l’olio d’oliva extravergine viene fatto spremendo un frutto, quindi è ovvio che deve avere un buon profumo fruttato, oltre che un amaro e un piccante. Insomma, semplicemente, deve essere piacevole in bocca e non lasciare retrogusti spiacevoli o non lasciarne nessuno. Quello che non ha profumi certamente non è buon olio».
Il colore dell’olio extravergine non è indicativo
«Invece vorremmo sottolineare che, contrariamente a quello che si crede, il colore dell’olio non è indicativo. Questo perché l’olio ha tre grandi nemici: la luce, il calore e l’ossigeno, tre elementi che “guastano” irreparabilmente il prodotto. L’extravergine, per questi motivi, deve essere sempre imbottigliato in bottiglie scure: quindi una prima regola per il consumatore è quella che nel caso trovi bottiglie trasparenti, è evidente che si voglia vendere un colore che non è reale, perché l’olio a contatto con la luce si deteriora schiarendosi». «Inoltre – dicono i fondatori di Sapordolio – anche l’olio, come altri prodotti, ha una scadenza: dai 12 ai 18 mesi dall’imbottigliamento. Ma attenzione: è importante che sul prodotto sia segnato l’anno di raccolta, perché un olio racconto in un certo anni e imbottigliato negli anni successivi, è un olio vecchio». Tra le altre regole da seguire, una certamente, ci dicono, riguarda la provenienza delle olive: se italiane, comunitarie o extracomunitarie. Concludendo, «l’ideale sarebbe quindi assaggiare sempre quello che si compra, ma purtroppo questo non è possibile. Per questo noi, oltre a vendere olio di qualità, tendiamo a promuovere la cultura dell’olio extravergine, perché se il consumatore saprà cosa è l’extravergine, come nasce, come viene fatto, come si deve trattare, potrà avere gli strumenti per non acquistare oli di cattiva qualità». Infine, ma questo lo sapevamo già, occorre diffidare dei prezzi troppo bassi, perché per fare un buon extravergine le spese ci sono, e mai come in questo caso è valida la vecchia massima: prezzo garanzia di qualità.