Gli orchi di Caivano e il giallo dei bimbi uccisi: abusano della figlia di 3 anni

17 Nov 2015 13:53 - di Paolo Lami

Il figlio Antonio, 3 anni, le morì il 28 aprile del 2013 dopo essere precipitato in circostanze tuttora mai chiarite dal balcone del palazzone di periferia dove vivevano. Una tragedia che iniziò a gettare ombre sinistre e torbide sul Parco Verde di Caivano alimentando le voci di una sorta di congrega di pedofili che lì, fra i muri sudici e scrostati di quei palazzi popolari degradati, andava procurandosi le proprie prede fra i bimbi del rione. Ieri Marianna Fabozzi e il suo compagno sono stati arrestati con la più terribile delle accuse: violenza sessuale aggravata sulla figlia della donna, tre anni appena. La bimba è, appunto, la sorellina minore di Antonio, morto dopo quel volo terribile due anni e mezzo fa.
Torna alla ribalta con tutto il suo carico di oscena efferatezza il Parco Verde di Caivano, in provincia di Napoli, l’agglomerato di palazzoni popolari fatiscenti stretto fra viale Rosa e la Circumvallazione Ovest, tristemente noto per le violenze subite dai bambini, una sorta di parco dell’orrore finito più volte sulle prime pagine dei giornali per le vicende di quei bimbi precipitati come bambolotti inermi dai balconi.
Il colpo di scena in una vicenda di cronaca che alza il sipario su atroci crudeltà è arrivato dalle indagini dei carabinieri di Casoria su un’altra morte raccapricciante, quella di una bambina di sei anni di nome Fortuna Loffredo, anch’essa morta dopo un volo da un palazzo del “Parco Verde” di Caivano. La piccola Fortuna aveva un’amichetta del cuore che la mattina di quel terribile 24 giugno, poco prima del tragico incidente, aveva giocato con lei. Quell’amichetta si chiama Doriana ed è la sorella di Antonio Giglio nonché la figlia di Marianna Fabozzi, la donna arrestata ieri assieme al compagno. A lei i magistrati della Procura di Napoli Nord hanno concesso gli arresti domiciliari, il compagno che ha violentato la bimba è finito in carcere. I due non sono sposati ma convivono da tempo.
Secondo l’ipotesi di accusa, l’uomo ha costretto la bambina a subire atti sessuali contro la sua volontà in presenza della madre, la quale – sempre secondo quanto emerso finora dalle indagini – sebbene avvisata in più occasioni dalla figlia dei comportamenti del convivente ai suoi danni, non li ha impediti.
Alla donna, inoltre, si contesta di non aver denunciato quanto stava accadendo e di non essersi attivata per evitare che gli episodi continuassero.
I fatti sono stati scoperti dagli investigatori durante le indagini sulla morte della piccola Fortuna, avvenuta il 24 giugno 2014, dopo una caduta da un palazzo di “Parco Verde” di Caivano e – sottolineano gli investigatori – sono autonomi rispetto a quell’episodio nel quale pure si ipotizza che la piccola possa essere stata vittima di violenza sessuale.
La coppia arrestata, che abita in una zona di Caivano diversa da “Parco Verde”, frequentava il palazzo da dove è caduta Fortuna Loffredo perché in uno degli appartamenti vivono i genitori di Marianna Fabozzi arrestata oggi. Quel giorno Fortuna salì al settimo piano per giocare con l’amichetta Doriana, la figlia di Marianna Fabozzi. Erano le 11,30 del mattino. Poco dopo le urla dei vicini richiamarono l’attenzione della mamma della piccola, Domenica “Mimma” Guardato, 25 anni, segnalandole che la figlia era lì sul selciato, senza vita, apparentemente precipitata dal settimo piano.
In quello stesso palazzo abitava anche un’altra coppia che è stata arrestata nei mesi scorsi con l’accusa di violenza sessuale aggravata nei confronti della loro figlia di 12 anni. Un ambiente sociale, quello del Parco Verde di Caivano, totalmente degradato.
Sul Parco Verde di Caivano grava il pesante sospetto di un mostro o di un gruppo di pedofili e in questa direzione, da tempo, magistrati e investigatori stanno da tempo indagando.
Nel corso delle indagini sulla morte di Fortuna gli investigatori concentrarono l’attenzione su una serie di persone che abitano nel palazzo di Fortuna e in altri edifici del Parco Verde di Caivano, ed è così venuto alla luce un altro presunto caso di abusi, ai danni di un’altra bambina. Nell’occasione, il 23 dicembre 2014, fu anche fermato un uomo che fu tra i primi a soccorrere Fortuna quando la bimba precipitò sul selciato.
Una vicenda che ha rafforzato il sospetto degli inquirenti sul coinvolgimento di Fortuna in un giro di pedofilia nel quale sarebbero stati irretiti anche altri bambini del Parco Verde. Un’ipotesi avanzata anche alla madre della bimba, Domenica Guardato, che i familiari chiamano Mimma. La donna, all’epoca, non ebbe esitazioni a puntare l’indice contro le persone che abitano nell’edificio: «Il mostro – disse sibillina – è nel nostro palazzo, è impossibile che nessuno abbia visto». Parole che si accompagnano a quelle del padre della bimba, finito in carcere per vendita di Cd contraffatti: «Non ho potuto difendere la mia piccola da quei mostri assassini», ammise amaro Pietro Loffredo un anno fa.
Le persone che soccorsero Fortuna inerme sull’asfalto furono le prime che notarono un’incongruità: il corpicino della piccola era intatto. Come se la bimba non fosse precipitata dal settimo piano facendo un volo di oltre 30 metri. La zia materna di Fortuna, Maddalena, sorella di Mimma Guardato andò a chiedere spiegazioni a Marianna Fabozzi su, nell’appartamento al settimo piano. E la donna, arrestata ieri per la violenza sessuale aggravata sulla propria figlia, negò di aver mai aperto la porta dell’appartamento a Fortuna.
Sempre da quel palazzo, nel 2005, morì Andrea, 8 anni, precipitando.
Sono troppi gli incroci di elementi che investigatori e magistratura non considerano casuali. E che alimentano il sospetto di un gruppo di pedofili all’interno del rione, fra le case popolari.

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