Gasparri: il nuovo leader? Non Salvini, guardiamo ai quarantenni di FI

21 Nov 2015 19:52 - di Redazione

Mentre Salvini parlava a Brescia al congresso lombardo della Lega e avvertiva gli amici di Forza Italia (“alleanze sì, ma sui nostri progetti”), Berlusconi ha telefonato a un’iniziativa degli azzurri a Palermo, svolgendo un ragionamento che gli è caro. “Se guardiamo ai fatti – ha detto l’ex premier -, facendo la media dei vari sondaggi, vediamo che Renzi è al 31%, Salvini al 27%, Silvio Berlusconi miracolosamente al 25,8% e negli ultimi due anni è stato solo sei ore all’anno in televisione a causa di quell’infame sentenza. Tutti gli analisti affermano che un ritorno in campo di Forza Italia potrebbe portare il centrodestra a superare ampiamente il 40%”. Berlusconi si sente dunque ancora il leader della coalizione che può battere Renzi. Perché è convinto che un’alleanza troppo spostata sulla linea Salvini porterebbe Renzi e i 5 Stelle al ballottaggio previsto dall’Italicum e “si consegnerebbe il Paese a questa banda di balordi guidata da Grillo“.

Un concetto ribadito da Maurizio Gasparri: “Matteo Salvini ha fatto un ottimo lavoro portando la Lega Nord al 14%, ma il centrodestra può tornare a essere vincente solo attraverso il rilancio di Forza Italia. Ritengo che il candidato premier debba essere una figura di sintesi della coalizione e credo che lui stesso sappia che non possa farlo”. “Qualcuno – ha sottolineato ancora Gasparri – anche all’interno del nostro partito si era montato la testa, pensando di essere un successore di Berlusconi, ma mi pare che quelle operazioni non abbiano avuto il successo sperato. Mi riferisco ad Alfano e Fitto che non intercettano la maggioranza del voto moderato“. Per Gasparri il leader della coalizione di centrodestra che va nascendo può essere cercato “guardando tra i quarantenni di Forza Italia”. “Lo dico io che sono un po’ più grande – ha spiegato – perché ritengo che il futuro leader del centrodestra debba essere baricentrico rispetto alla coalizione che si mette in campo e non possa essere troppo spostato sulle posizioni più radicali”.

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