Frode dell’olio, ma c’è anche una lista di “buoni”: ecco quali sono
La pessima notizia sono quelle sette aziende che spacciavano per extravergine un più modesto olio d’oliva e i cui vertici sono finiti indagati. Nello scandalo dell’olio falso extravergine, però, a ben vedere c’è anche un risvolto positivo: ora si sa di chi ci si può fidare. Si tratta delle aziende che hanno superato gli esami di laboratorio fatti svolgere dalla rivista di consumatori Il Test e dai quali poi è partita l’inchiesta della procura di Torino.
Le bottiglie fatte analizzare da Il Test
Le bottiglie prese in esame da Il Test sono state una ventina. Fra queste, nove etichette, di sette diverse aziende, sono risultate mendaci. Se ne ricava che con le altre, ormai, si è sicuri di cosa di acquista. Sebbene discernere non sia così facile: a quanto risulta, infatti, la differenza non la fa l’azienda produttrice, ma la singola etichetta, visto che fra le stesse aziende finite nell’inchiesta del pm Raffaele Guariniello ve n’e anche qualcuna presente sul mercato sia con bottiglie che dichiarano il vero sia con bottiglie che si spacciano per quello che non sono. Le aziende coinvolte sono: Carapelli, Bertolli, Sasso, Coricelli, Santa Sabina, Prima Donna e Antica Badia.
Ecco qual è il vero olio extravergine
Ecco, dunque, quali sono gli olii risultati “virtuosi”: Monini Gran fruttato, Monini classico, Carapelli 100% oro verde italiano, Coop, Colavita 100% italiano, Farchioni, Conad Classico, Sagra il Classico, Costa d’oro extra, San Giorgio. Le bottiglie declassate da extravergine a olio inferiore di vergine sono invece: Santa Sabina, Carrefour classico, Ciro 100% italiano, Prima Donna Lidl, Pietro Coricelli selezione, Bertolli Gentile, De Cecco Classico, Sasso classico, Carapelli il Frantolio.
L’olio Monini Gran Fruttato è amaro e sconvolge il sapore dei piatti ai quali viene aggiunto. Sarà un olio “virtuoso” ma è immangiabile.