Fallisce il colpo della banda del buco: ladri in manette all’uscita dal tombino
Sgominata l’ennesima banda del buco: e al danno del fallimento del colpo, si aggiunge la beffa dell’arresto direttamente all’apertura del tombino. Sembra la trama, rivisitata dalla cronaca, di film come I soliti ignoti e La banda del buco, e simili, e invece è solo la beffarda realtà che connota ironicamente l’epilogo di una rapina tentata – e mai conclusa – nel centro di Napoli.
Napoli, banda del buco colta in flagrante
Inguainati in stivaloni da palude e tute impermeabili corredate da cappucci e maschere protettive, avevano pensato quasi a tutto: a studiare la rete sotterranea di gallerie e cunicoli dell’impianto fognario del centro cittadino; a provvedere alla preparazione delle vie d’accesso – gli appositi “buchi” che danno il nome alla banda – a banche e gioiellerie; a munirsi del materiale idoneo allo scasso; ad entrare in azione al momento opportuno. Tutto: sembrava avessero davvero pensato a tutto per la messa in opera del loro piano criminale, meno al fatto che i carabinieri erano sulle loro tracce da un po’, pronti ad entrare in azione e a sorpenderli – e bloccarli – in flagrante. E in effetti è andata proprio come i malviventi ideatori del colpo “cinefilo” non avevano previsto, malgrado i precedenti del grande schermo da loro imitati mettessero in guardia sul possibile finale di un tempestivo arrivo della polizia. Così: bloccati dai Carabinieri mentre tentavano di svaligiare una gioielleria nel centro storico di Napoli, entrando da un «buco» scavato utilizzando percorsi e cunicoli delle fognature, ora i tre malviventi dovranno rispondere dell’accusa di tentato furto aggravato e porto ingiustificato di attrezzi atti allo scasso. Attrezzi, inutile dirlo, ora posti sotto sequestro.
Ammanettati direttamente dal tombino
Tutto è accaduto nella notte tra martedì e mercoledì, quando i militari dell’Arma hanno arrestato in flagranza, proprio all’interno delle fogne, i tre ladri, ammanettati direttamente da un tombino nella centralissima Piazza dei Martiri, il “salotto” buono di Napoli. Erano due mesi, infatti, che i Carabinieri avevano scoperto cinque “buchi” pronti ad essere usati per accedere a banche e prestigiose gioiellerie del centro storico. Così, alla data prevista per il fatidico colpo, i militari, nascosti in un cunicolo nei pressi di un’importante gioielleria di via Calabritto, hanno scoperto sottoterra Giuseppe Lubrano (51 anni), Rosario Lucente (54) e Ciro Mandato (38), con addosso tute da lavoro impermeabili, torce da minatore, martelli pneumatici, batterie portatili, flex e altro materiale. I tre – hanno riferito gli investigatori – erano pronti a entrare in azione per completare il lavoro mirato a svaligiare una gioielleria: ma il finale non è stato quello da loro sperato…