Draghi: “La ripresa nella Ue è più lenta del previsto e i rischi sono visibili”

12 Nov 2015 12:18 - di Redazione

La ripresa in Europa è più lenta del previsto e i rischi sono “chiaramente visibili”. E’ un Mario Draghi molto attento a contenere gli entusiasmi quello che si presenta al Parlamento Ue. “Finora l’attività economica nella zona euro ha dimostrato un certo grado di resilienza verso le influenze esterne che tendono a indebolire la domanda. Mentre la domanda esterna è receduta, gli export dell’Eurozona sono aumentati. Il costo più basso dell’energia e la nostra politica monetaria stanno sostenendo i consumi e la creazione di nuovo capitale”, dice il presidente della Bce. Ma, a fronte di questo, restano rischi al ribasso e “la pressione dei prezzi resta sommessa”. Perché “mentre la ripresa gradualmente rafforzerà l’impulso del processo dell’inflazione, la protratta debolezza dell’economia degli anni scorsi continua a pesare sulla crescita nominale degli stipendi, e questo può moderare la pressione dei prezzi”. Rispondendo a una domanda sulla eventuale uscita della Gran Bretagna dall’Unione, Draghi precisa: “Siamo ad uno stadio molto precoce, è un processo molto complicato” e “dobbiamo tenere due obiettivi in mente: la moneta unica e il mercato unico”. Euro e mercato unico sono “due straordinarie conquiste”, e tutto dipenderà “dall’interazione di esse”. A rendere il quadro ancora più incerto c’è anche la questione immigrati. “La situazione richiede investimenti, partecipazione attiva, un’analisi approfondita degli investimenti che ci servono, del ruolo dei Governi e degli investimenti pubblici”, sostiene Mario Draghi. Il fatto è che “non abbiamo ancora un’analisi completa di questo problema, ci stiamo lavorando, sarebbe prematuro dire di quanto si deve espandere il deficit dei Paesi per investire in questo sviluppo”. Quanto al ruolo degli istituti di credito, “se le banche non funzionano, possiamo abbassare i tassi di quanto vogliamo ma non si tradurrà nelle banche che riprestano credito all’economia reale”. Una simile situazione “è accaduta nel 2012-13, e i danni all’economia reale sono stati molto severi, ma poi con la creazione del Single supervisory mechanism (Ssm), dopo la valutazione e la ricapitalizzazione, le banche sono uscite più forti e meglio equipaggiate per dare credito”. La frammentazione è svanita.

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