Dieci anni al minorenne che uccise un medico con un calcio alla testa
È stato condannato dal Tribunale dei minori a dieci anni di carcere (scontati di un terzo per aver scelto il rito abbreviato) il giovane di 18 anni che il 14 febbraio di un anno fa uccise con un calcio alla testa un giovane medico Aldo Naro. Naro, che solo poco tempo prima aveva conseguito la laurea in medicina, trovò la morte nella discoteca Goa di Palermo dove aveva deciso di festeggiare San Valentino. Doveva essere una serata allegra e spensierata, una festa in maschera, che invece si trasformò in tragedia per motivi più che futili – un cappellino da cow boy – con la morte violenta del medico ventiquattrenne.
Il delitto in discoteca a Palermo: Aldo Naro il nome della vittima
All’epoca dei fatti, l’ imputato ora condannato in primo grado aveva solo 17 anni. Nonostante la minore età lavorava come buttafuori, dopo essere stato reclutato nel quartiere dello Zen. Venne arrestato quattro giorni dopo il delitto. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, che si avvalsero della testimonianza dei presenti, a far degenerare la rissa fu proprio l’intervento del giovanissimo buttafuori a riprova che la calma e l’esperienza nel gestire situazioni potenzialmente pericolose servono anche quando ci si deve limitare a regolare il flusso di ingressi all’interno di una discoteca.
L’avvocato: «Ingiusta la condanna per omicidio volontario»
Com’era prevedibile, la sentenza di condanna comminata dal Tribunale dei minori è stata commentata con parole particolarmente dure da parte della difesa: «È il primo caso in Italia, e lo posso documentare – è stato il commento “a caldo” di Maurizio Di Marco, legale dell’imputato – in cui viene condannata una persona per omicidio volontario per una rissa senza armi. Ci sono dodici sentenze della Cassazione che sostengono la mia tesi. Il giudice – ha quindi concluso – ha invece accolto le ragioni dell’ accusa, secondo le quali il calcio, essendo stato sferrato a un organo vitale, può configurare la volontarietà».