Cameron sicuro: “Gran Bretagna più forte anche lontana da Bruxelles”
David Cameron è terribilmente serio: o la Ue fa le riforme che servono o Londra saluterà la compagnia dei Ventotto. Dinanzi agli industriali britannici riuniti per l’annuale vertice, il premier conservatore ribadisce la linea della fermezza. È sempre attento a non spaccare ne il fronte euroscettico interno ai Tory che vorrebbe pronunciamenti più decisi sulla Brexit nè coloro i quali, come la City, guardano con paura all’uscita dalla Ue, si legge su “la Stampa”.
Cameron non ha paura di uscire dall’Unione Europea
«Non c’è dubbio che la Gran Bretagna possa avere successo fuori dall’Unione europea, la questione è se possiamo avere più successo dentro che fuori», ha detto il premier conservatore alla vigilia dell’annunciato invio a Bruxelles della lettera in cui dovrà dettagliare le richieste di Londra in vista del referendum sulla Brexit. Che secondo il conservatore «The Times» si svolgerà in giugno. Ma Downing Street ha smentito: ci interessano i temi, non il «timing», ha precisato il portavoce di Cameron.
Parola d’ordine a Londra: flessibilità e no al super-stato europeo
Oggi sapremo qualcosina di più sulle richieste del governo di Cosa vuole Londra da Donald Tusk, presidente Ue. Queste saranno esaminate poi in un vertice Ue il 17 dicembre. Cameron non scopre la carte, la parola chiave sarà «flessibilità». Londra non vuole restare ingabbiata nelle regole europee. Ad esempio non vuole sentirsi stringere nella morsa dell’eurozona e poter mantenere la sterlina ed eternamente giurarle amore. Un mese fa il «Telegraph» aveva anticipato i 4 temi sui quali i negoziatori europei e quelli della perfida Albione si cimenteranno. Certo la linea, ribadita alla Cbi, è che «lo status quo non è abbastanza buono per il Regno Unito», serve «un’Europa riformata». Mentre nell’opinione pubblica britannica – e ancora di più tra i Tories, ossia il partito di Dave Cameron – cresce la voglia di Brexit.