Azione Nazionale, (ri)nasce e si presenta la destra movimento
C’erano mille persone, al Teatro Quirino di Roma, per la prima manifestazione di Azione Nazionale. Il nuovo soggetto politico si presenta come «movimento degli italiani». Già, movimento, non è una forzatura. Al Quirino s’è in effetti vista una destra diversa da quella a cui ci siamo abituati negli anni. È una destra senza leaderismi e senza gerarchie. Non c’è sfilata di nomenklature né di notabili. Una destra “extra-parlamentare” (ma non certo nel senso estremistico del termine). Protagonisti dell’evento, sul palco, amministratori locali e regionali, esponenti di categorie , sindacalisti, ricercatori, rappresentanti di associazioni. Sono spicchi eterogenei d’Italia, ma con il comune riferimento ai valori e alla cultura della destra. Sono giovani e hanno tanta voglia di ricostruire la destra e di sperimentare un nuovo modo di fare politica superando le macerie, i rancori, le delusioni degli ultimi anni. «Nasce un movimento, non nasce un partito», ribadisce Fausto Orsomarso, il portavoce di Azione Nazionale. Solo una destra «unita e forte, popolare e ragionata», dice sempre Orsomarso, «può ispirare la rinascita di un centrodestra aperto alla partecipazione e costruito dal territorio, davvero alternativo alla sinistra renziana e all’antipolitica, nei metodi e nei contenuti». Di qui il suo invito ai soggetti del centrodestra stesso a superare l’abitudine agli slogan urlati: «Fermatevi, riflettete, l’Italia va ricostruita».
Un altro punto emerso nella manifestazione è che la destra italiana «non è all’anno zero». Giovinezza, classe dirigente di quarantenni, volti e temi nuovi non vogliono dire «rottamazione» . Rottamazione è una trappola ideologica. Azione Nazionale intende inserirsi nella storia della destra italiana. E respinge il tentativo di rimozione di questa storia negli ultimi vent’anni, i vent’anni in gran parte rappresentati dalla vicenda di Alleanza Nazionale e della sua esperienza di destra di governo. È assurdo, per questi giovani, rinunciare a questo patrimonio di esperienza. Nessuno vuole “rifare” Alleanza Nazionale. I tempi sono cambiati e l’Italia sta vivendo una nuova stagione politica. Ma c’è una continuità ideale da salvaguardare. Non per rimpiangere il passato, ma per guardare avanti. L’intervento di Orsomarso è stato preceduto da quello di Pasquale Viespoli, presidente del comitato dei promotori di Azione Nazionale. Il passaggio del testimone ideale è evidente e ben esplicitato.. Viespoli evidenzia un contenuto ideale forte della destra di sempre: il senso dello Stato. Un principio oggi attualissimo. «Occorre ricomporre l’Italia», sottolinea. Senso dello Stato non vuol dire statalismo. Ma un principio cardine di direzione politica e sociale. «Un Paese senza Stato è un Paese senza unità». E la destra non può dirsi realmente «sovranista» se non recupera questa cultura.
Prima di lui ha parlato Roberto Menia. Il suo è stato un intervento forte e appassionato, ispirato ai valori nazionali. «Noi siamo i moderni patrioti e non ci accontentiamo dell’Italietta». Per Menia Azione Nazionale non sarà la destra del «politicamente corretto». «Ma non saremo nemmeno sguaiati. Non useremo le felpe». Occorre «allargare i confini della destra» e rivolgersi a quei 12 milioni di italiani che non votano più centrodestra. In sala ci sono Gianni Alemanno e Giuseppe Scopelliti. Dal palco ha portato il suo saluto, all’inizio dei lavori, Francesco Storace, che augura scherzosamente alla platea «buona destra a tutti» e poi ricorda che occorre «mettere anima nella politica». Anche Francesco Aracri (senatore di FI) saluta la platea di Azione Nazionale, insieme a Cinzia Bonfrisco. Intervistato da giornalisti Alemanno dice che «aver visto più di mille persone arrivare da ogni parte d’Italia è la dimostrazione che l’area di destra è viva e vitale e chiede rappresentanza. Azione Nazionale nasce per questo. Siamo contrari al verticismo che caratterizza l’attuale centrodestra , per questo vogliamo unire liste civiche, circoli locali, associazioni, società civile e utilizzare Internet, per creare una rete».
La manifestazione è durata tre ore ed è stata ricca di momenti intensi, come l’omaggio a Fabrizio Quattrocchi e il canto della Marsigliese in onore delle vittime del terrorismo islamico di Parigi. A inaugurarla sono stati Mario Ciampi e Marco Cerreto del consiglio direttivo del movimento, organismo composto anche da Gabriella Peluso, Michele Facci, Sabina Bonelli, Alessandro Urzì, Andrea Santoro, Gianluca Vignale, che sono anch’essi intervenuti nella manifestazione.