Aereo russo, malgrado la scatola nera, l’Egitto frena sull’ipotesi bomba
L’Egitto insiste, a dispetto di tutto e di tutti: «Non c’è ancora un’ipotesi certa sullo schianto dell’aereo russo». Lo ha detto il ministro egiziano degli Esteri Sameh Shoukry, lamentando la mancata cooperazione sulla sicurezza da parte di alcuni Paesi che – ha aggiunto – «non hanno accolto con interesse le nostre preoccupazioni e ora si precipitano a proteggere l’interessi dei propri cittadini».
Aereo russo, l’Egitto denuncia la fuga di notizie
Non solo: le autorità egiziane denunciano la fuga di notizie e contestano le varie ipotesi circolate sui media sullo schianto dell’aereo russo in Sinai. «Non abbiamo ricevuto al momento alcuna informazione al riguardo e avremmo preferito che le informazioni tecniche fossero state comunicate direttamente a noi invece di essere riferite ai media», ha dichiarato polemicamente il ministro Sameh Shoukri, sottolineando che il suo Paese «prende seriamente in considerazione la preoccupazione di alcuni Paesi dopo la sciagura» e che «l’Egitto ha rinforzato la sicurezza». E del resto, anche una fonte della missione russa della commissione di inchiesta sullo schianto ha riferito di non disporre «al momento di alcuna prova sull’ipotesi che una bomba abbia causato lo schianto dell’aereo russo in Sinai». Di più: stando ai fatti, da Mosca confermano di poter solo parlare «di alcuni rumori registrati dalla scatola nera» e che «è troppo presto per identificare la natura di questi rumori o per affermare che si riferiscano ad un’esplosione». Nel frattempo, però, prova a decollare la fuga dal Mar Rosso, anche se non senza le stesse difficoltà e contraddizioni denunciate da una settimana a questa parte. E allora, tra le tante,funzionari egiziani dello scalo hanno reso noto che un aereo russo con 86 turisti a bordo riuscito a partire dall’aeroporto di Sharm el-Sheikh, ma senza gli altri 113 passeggeri previsti, rimaasti a terra poiché si rifiutavano di lasciare i propri bagagli in Egitto. Come risaputo, infatti, per ragioni di sicurezza i turisti in partenza possono viaggiare solo con il bagaglio a mano, mentre tutte le altre valigie verranno caricate su aerei cargo e consegnate successivamente.
Arrivi temerari, partenze difficili: è caos
E se dall’Egitto la corsa contro il tempo punta a lasciare luoghi vacanzieri e stazioni aeroportuali, in Italia si apprende che i nostri connazionali in partenza non sono affatto disposti a rinunciare alla vacanza i 135 turisti nostrani, in partenza da Roma Fiumicino con il primo volo per il mar Rosso, evidentemente per nulla scoraggiati – ma neppure intimiditi – dal disastro dell’Airbus russo nel Sinai. Sessantanove di loro sono diretti a Sharm el Sheik, mentre 66 fanno sosta a Marsa Alam, sulla costa ovest del Mar Rosso. Ed altrettanto evidentemente, per nulla scoraggiati dal caos che, ad una settimana dallo schianto dell’aereo russo nel Sinai, continua a dominare nell’aeroporto di Sharm el Sheikh soprattutto per le cancellazioni dei voli da parte di diverse compagnie aeree. E il problema non è chiaramente solo organizzativo: se, infatti, le compagnie aeree dovranno sostenereingenti perdite per gli annullamenti, la riprogrammazione dei voli e le prenotazione dei loro clienti bloccati a Sharm, anche quelli che lavorano nel settore alberghiero che già non se la passano bene, temono ulteriori ricadute negative sul turismo. «La preoccupazione principale è che l’incidente dell’aereo russo e le reazioni a quanto accaduto potrebbero ostacolare il turismo», ha lamentato allora Amary Abdel Aziz, capo della divisione turismo e dell’aviazione della Camera di Commercio del Cairo. «Speravamo che la stagione del 2016 sarebbe andata meglio rispetto a quella di quest’anno», ha affermato prevedendo chiaramente un calo delle richieste.