Adescava e abusava di ex alunne minorenni, arrestato un insegnante

7 Nov 2015 14:51 - di Redazione

È stato arrestato un insegnante di un istituto scolastico di Reggio Calabria dagli agenti della Polizia Postale e delle Comunicazioni perché accusato di aver adescato e abusato sessualmente di alcune ex alunne, prima e dopo il compimento dei 14 anni. All’insegnante è stata notificata una ordinanza di custodia cautelare. Le indagini sono state avviate dopo la denuncia della madre di una delle vittime che aveva scoperto delle conversazioni intime tra la figlia e l’ex insegnante.

Sequestrati pc e cellulari dell’ insegnante

Le indagini degli agenti della polizia Postale e delle Comunicazioni sono state dirette dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria e dalla Procura della Repubblica dei minori. Dopo la denuncia della mamma di una delle vittime gli investigatori hanno scoperto uno scenario più ampio e di maggiore gravità rispetto a quanto ipotizzato nella fase iniziale. I poliziotti hanno sequestrato i cellulari ed altri supporti informatici sia nell’insegnante che delle vittime e dagli accertamenti sono stati recuperati numerosi file cancellati, contenenti fotografie di alcune minori sia da sole che in compagnia del professore, nonché innumerevoli conversazioni di natura estremamente confidenziale.

Dipendenza psicologica

Le audizioni protette delle minori coinvolte avrebbero poi permesso di accertare che il «modus operandi del Prof – spiegano gli stessi inquirenti – corrispondeva a quella condotta tipica, definita tecnicamente grooming». Il docente, cioè, attraverso dialoghi in chat, via sms o social network, avrebbe costruito un legame di fiducia con le giovani, «esercitando su di loro una dipendenza psicologica» proprio in virtù della considerazione e della stima che le stesse nutrivano nei suoi confronti; così facendo – è la tesi degli inquirenti –  le avrebbe indotte ad accettare più facilmente gli incontri di persona ed a considerare come normali alcuni atti, di natura sessuale, tra adulti e minori. «L’estrema confidenza che i giovani hanno con il Web – spiegano ancora gli investigatori – li conduce talvolta a valicare i confini della prudenza. Chi ha interesse ad avere contatti con i minori, con la volontà di indurli a compiere atti intimi, sa che il web può essere un terreno utile per “avvicinarsi” ai giovani, perché sono tutti sempre connessi, liberi e con la convinzione di essere al sicuro». I genitori spesso fanno fatica a capire tutto quello che i loro figli vivono. In questo caso è stata pertanto importante la denuncia della mamma, un atto che ha aperto la strada alla messa in sicurezza di altre minori.

 

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